sabato 16 maggio 2009
Tempo
Perché non reagiamo? Chiedo a tutte noi donne alla fine del documentario.
“Perché non abbiamo il tempo di farlo” mi risponde una lettrice del blog che vive all’estero, “schiacciate come siamo nell’impresa impossibile di conciliare tutto senza sentirci in colpa”.
La mancanza cronica di tempo sta certo alla base dell’impossibilità di reazione di noi donne.
Mi diceva una signora matura giorni fa: ” Sarete anche emancipate, ma lavorate il triplo di noi, dentro e fuori casa”.
L’ennesima statistica che fotografa la condizione femminile a livello europeo lo conferma. Le donne italiane sono quelle che lavorano di più sommando il tempo dedicato al lavoro dentro e fuori casa.
Il lavoro retribuito si somma al lavoro contraddistinto dalla gratuita’: la cura degli anziani, della casa, la crescita dei figli sono ancora in Italia di competenza delle donne.
Poi c’è il tempo, pochissimo, che ci ritagliamo e dedichiamo ai nostri interessi: potremmo rinunciarci? Ma dopo, che vita sarebbe? Ci sono poi le relazioni affettive con la fatica che oggi spesso richiedono.
Si aggiunge il bisogno di “comparire” di essere “bella” a tutte le età, secondo canoni mai stabiliti da noi.
Abbiamo riempito le nostre vite di impegni, responsabilità. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto doveri su doveri.
Perché all’estero le donne sembrano cavasela meglio di noi?
Forse perché da noi la pressione sul” dovere essere belle” si somma al peso di una tradizione cattolica che ci imbriglia in un ruolo materno protettivo all’eccesso verso i nostri figli e spesso verso i nostri compagni.
Un’amica mi rispondeva così alla proposta di uscire insieme a cena: “ devo chiedere a mio marito”. Il linguaggio racconta molto di noi. Professionista, adulta, colta, le è forse sfuggito quel “devo chiedere?”
Prendere coscienza, reagire, farsi carico del cambiamento presuppone potere disporre di tempo, energia e strumenti di analisi adeguati.
Torno su di un punto a che a me pare importante: trovare un po’ di tempo per confrontarci tra donne, per aumentare la nostra consapevolezza e la nostra forza.
Per essere consapevoli della nostra bella differenza e proteggerla, per farci crescere. Ed essere così pronte ad indicare ai nostri compagni un femminile che sia più grande e profondo di quello che ci impone la tv.
“Perché non abbiamo il tempo di farlo” mi risponde una lettrice del blog che vive all’estero, “schiacciate come siamo nell’impresa impossibile di conciliare tutto senza sentirci in colpa”.
La mancanza cronica di tempo sta certo alla base dell’impossibilità di reazione di noi donne.
Mi diceva una signora matura giorni fa: ” Sarete anche emancipate, ma lavorate il triplo di noi, dentro e fuori casa”.
L’ennesima statistica che fotografa la condizione femminile a livello europeo lo conferma. Le donne italiane sono quelle che lavorano di più sommando il tempo dedicato al lavoro dentro e fuori casa.
Il lavoro retribuito si somma al lavoro contraddistinto dalla gratuita’: la cura degli anziani, della casa, la crescita dei figli sono ancora in Italia di competenza delle donne.
Poi c’è il tempo, pochissimo, che ci ritagliamo e dedichiamo ai nostri interessi: potremmo rinunciarci? Ma dopo, che vita sarebbe? Ci sono poi le relazioni affettive con la fatica che oggi spesso richiedono.
Si aggiunge il bisogno di “comparire” di essere “bella” a tutte le età, secondo canoni mai stabiliti da noi.
Abbiamo riempito le nostre vite di impegni, responsabilità. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto doveri su doveri.
Perché all’estero le donne sembrano cavasela meglio di noi?
Forse perché da noi la pressione sul” dovere essere belle” si somma al peso di una tradizione cattolica che ci imbriglia in un ruolo materno protettivo all’eccesso verso i nostri figli e spesso verso i nostri compagni.
Un’amica mi rispondeva così alla proposta di uscire insieme a cena: “ devo chiedere a mio marito”. Il linguaggio racconta molto di noi. Professionista, adulta, colta, le è forse sfuggito quel “devo chiedere?”
Prendere coscienza, reagire, farsi carico del cambiamento presuppone potere disporre di tempo, energia e strumenti di analisi adeguati.
Torno su di un punto a che a me pare importante: trovare un po’ di tempo per confrontarci tra donne, per aumentare la nostra consapevolezza e la nostra forza.
Per essere consapevoli della nostra bella differenza e proteggerla, per farci crescere. Ed essere così pronte ad indicare ai nostri compagni un femminile che sia più grande e profondo di quello che ci impone la tv.
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Sono completamente d'accordo sul trovare il tempo per confrontarci tra donne, senza chiedere "il permesso". Io sono già in contatto con molte donne e lavoriamo insieme con progetti comuni, o anche soltanto per il gusto di stare insieme. E' una dimensione a cui non posso rinunciare, pena la mia salute mentale....!
RispondiEliminaSe già non lo conosci, permettimi di consigliarti un libro che è stata una vera rivelazione per me: "saranno le donne a salvare la madre terra" di Jean Shinoda Bolen.
e speriamo di non sentire ancora troppe donne che dicono "è tanto buono, MI da una mano a lavare i piatti. MI ha lavato anche i pavimenti."
Ma quei piatti, quei pavimenti sono proprio tutti nostri?
con ammirazione
Maria Chiaramonte
Cara Lorella,
RispondiEliminasei quello che cercavo da tempo,le tue parole sono quelle che avrei sempre voluto dire. Ho appena visto il tuo documentario e sono in lacrime. Per l'indignazione, la vergogna, la rabbia ma anche per il sollievo di vedere condiviso il mio pensiero sulla condizione di donna che ci troviamo a vivere oggi in questo paese.
Ti ammiro infinitamente
Martina
@m
RispondiEliminagrazie Martina. Le tue parole, insieme a quelle di altri uomini e donne che scrivono al blog, danno senso al mio lavoro.
Ciao Lorella, ho appena finito di vedere il documentario/saggio.
RispondiEliminaSono un ragazzo di 23 anni e con un'infinita ostinatezza mi scontro ogni giorno con la mia ragazza per spronarla a cercare se stessa fuori dagli stereotipi formali che il mondo degli uomini le ha cucito addosso.
Il tuo illuminante video spero mi dia una mano . Lo darà di sicuro, ti ringrazio
Cara Lorella, il tuo documentario mi ha profondamente toccato. Complimenti. Da anni guardo solo Sky e ho un'idea di questa tv spazzatura attraverso qualche occasionale puntata di Blob.
RispondiEliminaDa uomo, amo le donne vere, intelligenti, capaci di affascinarmi anche con le loro imperfezioni. L'idea che la donna canotto, oca e incapace risponda ai bisogni degli uomini è falsa. C'è una grandissima quantità di uomini che si sente offeso quanto le donne da questo modello culturale.
Anonimo ragazzo di 23 anni, coraggio!!! In effetti ci sono molte "vittime complici"... e che trovano assurdo discostarsi da come la società (?) ci vuole. Lo trovano assurdo anche se sono palesemente, profondamente, intimamente diverse da quello che cercano di diventare.
RispondiEliminaDel resto se i corsi di formazione per le ragazze includono lezioni di make-up e look (fonte: Michela Murgia) è facile pensare che sottostare agli stereotipi sia l'unico modo per sopravvivere. In tutti i sensi.
Layla
lascio un link che mi sembra rilevante,è l'ultima publicità dell'acqua rocchetta.
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=SpApITku5aw
Finalmente non mi sento sola a combattere contro quelli che sembrano dei mulini a vento. Io ho voglia di ritagliarmi uno spazio per riflettere con le donne delle donne. E sono pronta ad intervenire contro il degrado della nostra società.
RispondiEliminaCara Lorella, io ho difficoltà a dialogare con la mia compagna. Lei vive dall'altra parte della terra ed io vivo in Italia. Alcune amiche continuano a distoglierla e cercano di deviarle la testa. Lei ed io siamo profondamente innamorati. Lei ha due figli avuti da una sua precedente relazione. Io mi voglio far carico di lei e dei suoi figli come se fossero miei, ma a volte non capisco il modo di pensare delle donne. Ora spero che tutto si metta a posto nel migliore dei modi. Per quanto riguarda il tuo blog e quello che scrivono, io penso che certi maschi 99,999 % dovrebbero fare un anno o due di collegio dalle suore. Quando usciranno capiranno che la donna non è un oggetto per i propri vizi, ma un soggetto senziente e pensante. Quindi da non mercificare. E se si sentono frustrati (questi maschi) vadano nella foresta Amazzonica per un anno, usciranno con un'altro spirito di vita. Ciao, Gianni
RispondiEliminaIl problema è che non solo nn abbiamo tempo..ma nn abbiamo nemmeno potere x poterci ribellare. In tv e in politica noi donne contiamo potere lo hanno uomini e si vede il format sessista. Io penso che la stragrande maggioranza degli uomini sia maschilista, tranne alcune eccezioni, xke lo educhiamo e li educano ancora così.
RispondiEliminaAll'estero se la cavano meglio perchè c'è una lobby femminile...c'è anche il femminismo che da noi è stato bandito..così come la cultura di sinistra.
Penso anche io che deriva dal fatto che il nostro paese è cattolico. La cultura cattolica da alla donna un ruolo molto marginale alla stregua di un oggetto di desiderio (lo dice anche la genesi), serva del maschio e sforna bambini.
Lo si vede cmq anche quando entriamo in ospedale e non ci danno nè pillole nè aborto. Quando ci licenziano dal lavoro xke siamo incinte...considerato da noi un sininimo di malattia oppure del vero ruolo di donna di cui nn è + necessiario lavorare.
Infatti non so come fanno le donne ad essere cattoliche..ma come si può? è come sminuirsi!
Ci vuole il femminismo, la solidarietà è l'unica arma che abbiamo a disposizione..ma dove è finita?
finalmente qualcosa si muove. Grazie per aver dato voce a quello che molte di noi pensano , rimanendo vergognosamente in silenzio( parlo per me).
RispondiEliminasperiamo che si muova realmente qualcosa.
Anna
vorrei davvero stringerti la mano.
RispondiEliminaio sono uomo, e vi assicuro che ci sono molti altri come me che sono con voi.
Non mollate, non molliamo
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaBrava. Sono felice di aver visto questo documentario. Dovrebbe essere trasmesso e commentato in tutte le scuole. Dalla parte delle bambine, sempre.
RispondiEliminaio sto pubblicizzando il tuo douomnetario.
RispondiEliminada tempo sostengo queste idee.
ringrazio chi mi ha insegnato a pensare con la mia testa.
è difficile far capire che una carta da pacchi tutta sbrilluccicosa può contenere i soliti canovacci di natale:)
noi "femmine" vogliamo la parità, senza sapere cosa comporta..
Ho visto il vostro documentario. Il caso vuole che oggi parlavo con la mia ragazza proprio dello stesso argomento, soprattutto l'argomento "volto". Complimenti, ho cercato di diffonderlo per quanto posso.
RispondiEliminaA presto, Emmanuele
Cara Lorella, il tuo documentario è stato davvero molto toccante, e ha tradotto in parole pensieri che avevo già in testa ma che non sapevo di avere.. sono contenta finalmente di trovare gente che la pensa come me (anche ragazzi).. al ragazzo anonimo di 23 anni: secondo me sta solo alla donna uscire dai canoni proposti dall'uomo. ciò che pensi di sicuro la può aiutare, ma è lei che, attraverso i suoi strumenti culturali, può proporsi in modo autentico.
RispondiEliminaFlavia
nell'insieme delle notizie che riguardano la storia di Berlusconi,le ragazze, le veline e sua mogle, nelle ultime settimane percepisco un filo che tiene insieme la cronaca avvilente di questi fatti e il filmato sulla televisione. non pensate infatti, che una donna ridotta a questi stereotopi diventi più facilmente una comparsa nella vita civile, incapace di ruoli politici, di cittadinanza attiva? quale idea ha delle donne chi ci governa? a parte la palese continua mancanza di rispetto,mi sembra che il nostro capo di governo dovrebbe renderci conto, dichiarare e rispondere in merito al suo pensiero sulla posizione, al ruolo delle donne come membri a tutti gli effetti della vita civile di questo paese. mi sembra invece che in lui, e nelle persone che lo attorniano sopravvivono elementi di svalutazione misti a una profonda cultura sessista. di questo dovrebbero chiedere ragione tutte le donne italiane, al di là della loro appartenenza a uno schieramento di partito.
RispondiEliminala storia insegna che le responsabilità sono di ha il potere e non di chi da questo potere viene discriminato, e oggi in Italia c'è un problema di discriminazione, che passa sulla pelle delle donne, che non hanno sufficienti opportunità. umberta barletti
Ciao a tutte/i, sono un ragazzo di 29anni, ho seguito il video e sono totalmente d'accordo con ciò che viene detto. Ho smesso di vedere la TV da almeno un paio di anni, preferisco informarmi tramite Internet e credo che questa manipolazione dell'immagine della donna non sia solamente a discapito delle donne, ma anche a discapito dell'uomo. Devo dire parlando di grandi numeri che la stragrande maggioranza delle ragazze che si incontrano per strada puntano tutto o molto sull'apparenza fisica, mettendo in risalto cosce, decoltè e sedere a qualsiasi minima occasione si presenti. Per noi questo bombardamento "sessuale" h24 7giorni su 7 è qualcosa di abominevole, non è possibile trovare donne seminude anche sulle pubblicità dei dentifrici, non ignoriamo la natura umana e gli istinti insiti nel fatto che siamo ANIMALI. Detto questo, l'unico punto su cui mi trovo in disaccordo con voi è il chiedere il "permesso" per uscire. Credo sia fondamentale il rispetto reciproco in una coppia e credo che entrambi si debba parlare con il proprio partner prima di organizzare qualcosa, io chiedo alla mia compagna se ha voglia di fare una cosa prima di organizzarla, e pretendo lo stesso da lei, e visto che dal momento che vivendo insieme si accetta di dividere anche il tempo in comune e necessario informarsi sugli impegni dell'altra/o prima di prenderne di propri, altrimenti si finisce per passare insieme i ritagli di tempo che avanzano da altre attività, questo non è condividere nulla, questo vuol dire vivere con qualcuno soltanto per non sentirsi soli quando non si ha nulla da fare.
RispondiEliminaSpero di essere riuscito a spiegarmi bene.
Saluti, Marco.
@Rosa:
RispondiElimina/quote
"Il problema è che non solo nn abbiamo tempo..ma nn abbiamo nemmeno potere x poterci ribellare"
non è assoulamente vero: iniziamo a inondare di mail e di proteste questi programmi spazzatura, organizziamoci e andiamo a manifestare all'uscita degli studi televisivi. Il documentario di Lorella è l'occasione giusta per farci sentire, diamo una voce e un seguito alla nostra indignazione.
Se avete qualche idea sarei felice di aderire:
la mia email è ferak_76@katamail.com
ho sempre considerato una fortuna il fatto di essere nata "media". non brutta, perchè la vera bruttezza causa spesso diverse difficoltà, ma neanche bella, perchè forse avrei ceduto anche io alla tentazione di puntare tutto su quello. perchè forse è più facile.
RispondiEliminama per fortuna ho sempre dovuto usare carattere passione e cervello per andare avanti, e a 36 anni ne sono contenta.
volevo però aggiungere un piccolo spunto di riflessione a questo tema così interessante: quale ruolo ha il padre per una bambina che costruisce la propria identità e vede in lui il primo specchio di un uomo?
@Marco
RispondiEliminahai pienamente ragione.
Io Marco sottolineavo unicamente il linguaggio utilizzato.Vivere insieme presuppone condivisione, certo. " Ne parlo con mio marito", " Mi metto d'accordo con il mio ragazzo", " Chiedo al mio fidanzato se ha preso gia impegni per entrambi" sono tutte espressioni che sottendono rispetto dell'altro a differenza di quella subdola sottile sottomissione introdotta dal "devo".
Per me è un fatto di diversità. La diversità è stata spenta. Non è solo questione di donne brutte o così così. E' questione di tutto ciò che è diverso dal modello predominante imposto dai media. In televisione ma neanche in giro per le strade non ci sono disabili, per esempio. Ci riflettevo tempo fa all'uscita del teatro. Nella compagnia (cfr. quella di Pippo Delbono) ci sono persone diversamente abili. Ecco a teatro si vedono. In televisione no. Per strada no. Per la stessa ragione per cui non si vedono più donne normali. Perché tutto ciò che è diverso fa paura, è difficile da gestire, da immatricolare, da infilare nei ranghi, così lo si elimina. Prima dalla vista ecumenica onnipotente della televisione, dall'occhio che sostituisce ormai lo sguardo umano. E poi piano piano dalla vita, o dalla percezione che si ha della vita. Infine dai pensieri. Tutto ciò che una donna percepisce è che deve essere così, come quel modello lì e non altro. Ogni ruga d'espressione ormai è sovversiva o è discriminante. Non lo so se c'è modo di rimediare. E' un fatto culturale, ormai certi modelli sono penetrati talmente nella testa della gente, sono diventati strumenti con cui guardare alla realtà. Tutto filtra attraverso il bello, il sexy, l'aggressivo, il finto. E non è stata solo la televisione dell'era mediaset a farlo. Per anni hanno imposto in Italia i modelli di bellezza americani (le dive del cinema, le fotomodelle) e poi quelli nordici, che per quanto più veri erano sempre lontani dal corpo femminile mediterraneo. Il risultato è un omologazione dei canoni estetici, che ovviamente ha pervaso anche quelli mentali. Non si fugge, se non rifiutandosi di guardare la televisione o accessoriandosi di strumenti critici adatti. Eppure anche così, si può fare poco. La maggioranza delle persone guarda la televisione e ne guarda tanta, e ragiona come gli si impone di fare. Io credo che di vie di fuga ormai ce ne siano poche tranne un'amara consapevolezza che però rende ancora più amari...
RispondiEliminagrazie
la cosa piu triste e' che abbiamo introiettato il controllo.....ci controlliamo da sole come nel panopticon di foucoult....
RispondiEliminaci hanno dato la rivoltella e ci istigano al suicidio....la rivoltella e' il nostro corpo.
M.M.
@m
RispondiEliminaSapessi quante mail di protesta ho mandato ai quotidiani che mostrano donne nude e veline nelle tirature...fosse semplice! nessuno mi ha degnato di risposta. xo nn ho provato a mandarne una alla RAI..ci proviamo?
Brava! sarebbe un ottima iea manifestare fuori dagli studi televisivi..oppure mandare un email collettiva, così magari se siamo unite ci ascoltano di + :)
Mah proviamoci :)
@anonimo
RispondiEliminaRispondo sul non inserimento nei palinsesti televisivi di persone diversamente abili.
Purtroppo questo è stato fatto e continua a essere fatto. Dico purtroppo perchè come scopo c'è solo lo sfruttamento e la strumentalizzazione della sofferenza. Se vogliamo ragionare in termini di presenza, tu affermi che in tv la gente con handicap non esiste, quando invece il caso umano spopola. Ogni programma d'intrattenimento se ne serve. Hanno rappresentato il pezzo forte per trasmissioni di prima serata, col falso pretesto di renderli "felici" per un giorno permettendo l'incontro del personaggio famoso che tanto veneravano (sempre grandi esempi da seguire, veline, calciatori), ma vabè. Partecipano ai reality (il non vedente del gf), e sono ridotti a fenomeni da baraccone da guinness world record (vedi l'uomo più basso del mondo nel ruolo di valletta).
Il circo li ha presi con sè: dalla tragedia da compatire, alla siliconata nuda che accenna uno stacchetto, passando da Padre Pio e i miracoli di Medjugorie.
Per la rappresentazione, un'altra Italia non esiste.
solo ieri ho visto questo bel documentario. solo perchè veronica lario ha fatto scoppiare il putiferio e gad lerner ha voluto proporre uno spunto per la riflessione. io la tv la guardo ecccome ma, forse perchè me lo ha detto la mamma, le reazioni di disgusto di fronte all'umiliazione costante delle donne in tv (e non solo purtroppo)le provo da tempo. come da tempo propongo agli amici maschi di riflettere proprio su questa cultura di bassa lega sdoganata ogni giorno ad ogni ora.
RispondiEliminagli amici uomini concordano: la tv "muove le pance" mica le teste. ma nel caso specifico (le donne e il loro corpo), sono sempre pronti a rispondere: ma le donne però si prestano! se davvero non lo volessero, non ci sarebbero più certe scene umilianti.
già, perchè lo vogliamo?
al solito, e per rispondere, consiglio a tutti, la lettura del libro di Naomi Wolf "Il mito della bellezza". Si può essere daccordo o meno, ma un pugno nella pancia e una salutare scossa al cervello è assicurata.
Mel
ragazze (e ragazzi!!!) qui ci vogliono togliere la dignità!!!ci hanno fatto credere che sostituendoci agli uomini avremmo raggiunto la vera parità ma non è cosi!!!perchè donne come la Ventura e la Perego,pur non avendo più obiettivi da raggiungere e "comandando" nel loro settore, continuano a vestirsi come delle ragazzine in discoteca?perchè nelle loro trasmissioni lasciano che altre donne siano umiliate senza battere ciglio?mi ferisce molto una donna che lascia che una ragazza sia marchiata come un prosciutto!dobbiamo ribellarci,dobbiamo combattere questo dilagare di ignoranza e volgarità con i nostri cervelli,la nostra femminilità vera,i nostri bei volti con i segni del tempo in bella vista!!!siamo prima di tutto persone e come tali abbiamo il diritto di mostrarci per come siamo e non per come ci vorrebbero!w le donne e soprattutto w la libertà di essere se stesse,sempre!
RispondiEliminathis movie should be translated in other european languages, this is an awesome demonstration of the horror of the instrumentalisation of women's body.
RispondiEliminathank you for this great movie.
“Perché non abbiamo il tempo di farlo”
RispondiEliminaSarà anche un po' mancanza di tempo ma secondo me c'è sotto sotto anche la paura di protestare. Le Donne che protestano sono "rompicoglioni" (le femministe sono "lesbiche o antiche") e vengono subito messe alla gogna anche da altre donne, che invece di sostenere la protesta di genere pensano a farsi loro brave e servizievoli agli occhi degli uomini, sminuendo chi protesta.
E io mi domando... ma è così importante eccitare più uomini possibili? più importante della propria dignità?
Complimenti per il video!
emily
(che non guarda più la TV da qualche anno)
Per me Emily ha ragione. Il tempo è una scusa. Se le donne sentissero veramente la perdita di dignità e libertà il tempo lo troverebbero eccome.
RispondiEliminaIo sospetto che nella mancanza di tempo molte donne ci trovino un motivo di vanto.
Hanno bisogno del plauso di tutti e più si massacrano di compiti, più sono felici.
Poi c'è il dramma identità. Le donne dopo millenni di segregazione l'hanno completamente persa e hanno fatto loro quella della velina.
Secondo il mio modesto parere è per questo che le donne sembrano snobbare la perdita dei più elementari diritti. Un esempio?
1) Asili nido che chiudono alle 16.
2) Mezzi pubblici che non fanno entrare le carrozzine.
3) Maternità senza terapie intensive neonatali, senza neonatologo, senza anestesisti per il parto indolore. Senza sicurezza e libertà di scelta
la Lipperini lo diceva benissimo nel suo libro. Ci allevano al conformismo più radicale. Per quanto brave, brillanti negli studi e stakanovistye a lavoro... rimaniamo immuni da qualsiasi voglia di ribellione.
Purtroppo, non credo sia solo per "mancanza di tempo", piuttosto è per mancanza di "coraggio". Per pensare a se stesse veramente, bisogna compiere un grande atto di coraggio, ci sono troppe pressioni esterne ( e condizionamenti interni ) da combattere. Dover "chiedere al proprio marito" se da un certo punto di vista ci condiziona, dall'altro ci esenta dall'assumerci responsabilità.. Noi donne siamo abituate da sempre a dipendere dagli altri, quindi camminare con le nostre gambe sembra un obiettivo impossibile da raggiungere.
RispondiEliminaCara Lorella,
RispondiEliminaci continuiamo a chiedere "cosa possiamo fare?", oltre ovviamente ad alimentare il dibattito su questi temi. Ieri sera mentre leggevo e riflettevo su questi interventi mi è venuta un'idea...
Perchè non scriviamo un libro? Direi un piccolo “manuale di sopravvivenza” alla società che manipola la nostra immagine e condiziona i nostri modi di essere.
Potresti ad esempio definire tu un indice di partenza e invitare le donne (e non solo) che ti leggono a raccontare le loro personali esperienze in merito ad un certo argomento (con cadenza settimanale, mettiamo), i loro punti di vista e i suggerimenti per la "sopravvivenza e la ribellione"; poi potresti selezionare le cose più valide e raccoglierle in un libro-manuale.
Diffonderlo non sarà un problema, dallo scaricamento gratuito tramite blog, alla personale iniziativa di ciascuno di noi che potrebbe a quel punto: scaricare, stampare, inviare, regalare le copie che vuole. E poi, in ultima analisi, hai visto mai che arrivi un editore interessato e sensibile all'argomento...
Con sincero affetto,
Federica
Il coraggio lo trovi quando realizzi che è in gioco libertà e dignità e diritti.
RispondiEliminaLa maggioranza delle donne non se ne è semplicemente accorta.
@ Mata
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te.
Io credo che bisogna avere le "spalle larghe" non è facile, non è per tutti. Chi ha tanta forza (e un pò anche di fortuna) ce la fa, si realizza anche se costa in termini di sacrificio, ma chi questa forza non ce l'ha? Io non le biasimo, non è una colpa è una condizione del proprio essere che gioca a sfavore.
Per aiutarle a trovare il coraggio bisogna essere noi forti, forti anche per loro e metterle nelle condizioni di uscire dal guscio. Altimenti questa catena non si spezza più.
ho 25 anni, e sono con le lacrime agli occhi. la mia tesi di laurea nel 2002 parlava della scarsa rappresentatività parlamentare in italia delle donne (sia come donne presenti in parlamento, sia come provvedimenti legislativi a loro favore). allora mi diedero 107, dicendomi: signorina è troppo giovani, non si addentri in questioni così ASTRATTE....
RispondiEliminaora sto cercando materiale per la mia seconda tesi. e stavolta non mi fregano +, i baroni dell'università. stavolta solo casi concreti. no astrattezze.
parlerò del fatto che la spirale viziosa della disoccupazione femminile (forzata nel senso che vieni sostituita da una giovane che non ha intenzione per il momento di fare pargoli e voluta, nel senso che pur di perdersi l'infanzia dei tuoi figli lasci il lavoro)può essere risolta se nonn interrotta dalla creazione delle tanto decantate strutture a supporto della donna nel suo difficile ruolo.
asili nido aziendali, aumento dei nidi comunali che garantiscano un'attenta educazione. ore libere dal lavoro anche ai padri. UN VERO UOMO SI DOVREBBE ALZARE PER LAVARE I PIATTI. inizi a conoscere anche i suoi figli, o non gli verrà + data la possibilità di dire: è colpa di come l'hai educato, riferito alla mamma.
scusate lo sfogo, grazie mille lorella
Marcella
Ho 26 anni, non sono un'attrice, una valletta e non faccio parte del mondo televisivo, ma sono certamente molto più donna di tutte loro!Lavoro dall'età di 12 anni, non ho mai passato un solo momento senza lavorare e dimostrare a me stessa che qualsiasi cosa mi sarebbe capitata ce l'avrei fatta!Ho sempre pensato che in ogni difficoltà c'è sempre una possibilità, al contrario di molti che in ogni possibilità vedono una difficoltà!Ho sempre pensato che il mio ideale da seguire deve essere una persona migliore di me, ma nel vero senso della parola!Essere qualcuno conta, ma nella vita reale, nel mondo reale...e ben venga una "ricostruzione" ma purchè sia interna e non fisica!
RispondiEliminaScusate lo sfogo, ma penso che la tv sia solo un mezzo per fare soldi, e costringe la società ad essere come il commercio ci vuole per far girare questa economia; ma io sento di contare più di tutte queste apparenze...tutti i giorni lotto per i miei ideali, per mantenere una vita modesta e che faccia stare bene me e chi mi sta vicino...non penso che avere un labbro più imponente mi aiuti ad avere la serenità e l'integrità della mia anima!
Cara Lorella,ti stimo e mi è piaciuto molto il tuo film,lo sai.
RispondiEliminaCio' che dici tu in video io lo dico in teatro usando l'ironia e la poesia,talvolta la comicità e la tristezza e la rabbia!!
TI VORREI OSPITE MERCOLEDI' 20 MAGGIO
PRESENTO UNA CONFERENZA SPETTACOLO:
IL RIFIUTO DI ESSERE DONNE BARBIE!!
http://www.universitadelledonne.it/
HTTP//bellatutta.blogspot.com
SIETE INVITATE TUTTE!!
Mercoledì 20 maggio alle ore 20.30
nella sede di Corso di Porta Nuova, 32
l'Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano
vi invita a una conferenza-spettacolo di ELENA GUERRINI
e a discutere del suo lavoro
BELLA TUTTA! i miei grassi giorni felici.
TITOLO DELLA CONFERENZA SPETTACOLO: Il rifiuto di essere donne " Barbie"
È sempre necessario perdere peso? E chi lo stabilisce?
Effervescente, vivace, tonica e irriverente, sensuale, Winnie Pliz è Miss Cicciona, la ragazza più grassa del mondo, che ne ha avuto a sazietà: di dietologi, amici, colleghi, riviste, che cercavano di assottigliarla!
Ma dopo innumerevoli tentativi, a ridursi sono stati solo il conto in banca e l’autostima.
Dati alla mano, Winnie Pliz spiega, con humour e energia, come la follia dei media, l’avidità delle industrie del dimagrimento, il mito della chirurgia estetica, possano distoglierci da un giudizio equilibrato su noi stesse.
SPETTATRICI E SPETTATORI DI TUTTE LE TAGLIE FATE COME LEI: sostituite al disgusto verso il vostro corpo una sensata tolleranza, al culto per le top model, uno sguardo disincantato sulla realtà che vi circonda. Al supplizio dell’astinenza, l’indulgenza verso il peccato di gola.
Winnie Pliz smaschera i fallimenti delle diete ed è coraggiosa pioniera di un femminismo in materia di chili, mentre si avventura in palestra, centri estetici, beauty farm, studi medici, pasticcerie…
Convincerà che grassezza e forma fisica, grassezza e avvenenza, non sono incompatibili, anche se il business della magrezza fa di tutto per indurci a credere il contrario.
BELLA TUTTA! I MIEI GRASSI GIORNI FELICI.
La dieta è il piu’ potente sedativo politico
della storia delle donne.
Una popolazione con una simile tranquilla
ossessione è una popolazione facilmente
manipolabile.
Naomi Wolf
(Il mito della bellezza)
Le donne sono sempre piu’ spesso descritte come Barbie campionesse dell’incastro,sempre di corsa dal lavoro alla palestra,in grado di improvvisare una seduta di make up nel traffico tutto svolazzando su tacchi a spillo e sfoggiando un perfetto new look all’ultimo grido.
Proiettate verso un modello unico di bellezza globalizzata,vita di vespa e leggerezza di farfalla,
siamo ormai lanciate all’inseguimento della
“perfezione assoluta”:la cura della bellezza e della
forma fisica sono diventate pratiche di massa,e unici
strumenti,pare,per dimostrare quanto si tenga a se stesse.Ma ci crediamo veramente?
Oppure la nostra bellezza consiste proprio in cio’
che abbiamo di profondamente unico e originale:
i nostri difetti!!
Il diktat della bellezza,del look,della salute e del
benessere ,la moda, la chirurgia plastica, la microchirurgia estetica, il maquillage, il botox,
le diete estreme e poi piedi fasciati, nasi rifatti, colli allungati, cosce liposuzionate ,seni gonfiati ,capelli trapiantati e tutte le rughe stirate…
Sono esempi di una autentica body art sociale
dalla quale nasce la scultura vivente che è l’immagine
del nostro corpo.
“Bella tutta!” Sono io e la mia pancia.
“Bella tutta!” E’ ribellarsi a chi ci vuole trasformare in tante Barbie sorridenti.
“Bella tutta! “
E’ un inno alla nostra singolarità.
E’ un tentativo di analizzare i meccanismi che ci imprigionano e ci fanno diventare tutte uguali.
E’ un invito ad amare le nostre imperfezioni e a non
cercare di essere qualcosa che non siamo.
“Bella tutta!” è una preghiera dell’anima
perché ciascuno di noi impari ad amarsi accettando
la propria diversità,senza mascherarsi,modificarsi,
aggiustarsi.
Solo dopo aver accettato questa meravigliosa
terra con valli e colline che è il nostro corpo
ci sarà spazio per accogliere l’altro,per aprirsi al mondo.
ELENA
da donna io ti ringrazio,ti ringrazio con tutto il cuore e con totale ammirazione..
RispondiEliminaho solo 26 anni e da 3 ho tolto la tv dalla mia camera perchè mi fa schifo!io che trovo che la donna sia un essere meraviglioso perchè devo vergognarmi ogni giorno di esserlo per colpa loro? protestiamo! se c'è da fare qualcosa di concreto io ci sarò!! vi prego diciamo basta.
grazie per tutto quello che hai detto,grazie per il tuo coraggio GRAZIE
Qualcuna di voi ricorda i collettivi femministi degli anni '70? Servivano proprio a darsi coraggio, a condividere le paure e sostenersi a vicenda. Io non biasimo le donne che non hanno "coraggio" semmai le comprendo e vorrei che capissero che solo dando voce alle nostre paure e ai nostri dubbi possiamo provare a uscire da quel meccanismo perverso che è il bisogno di essere accettate a tutti i costi.
RispondiElimina@Elena Guerrini
RispondiEliminaElena, grazie del tuo bel commento. Invito tutte e tutti ad andare a vedere il tuo spettacolo. Ciò su cui stai lavorando è importante e coraggioso. Presto darò piu spazio per parlare del tuo lavoro e di quello di altre donne artiste.
grazie
Sarei curiosa di vedere scrivere qui una velina...giusto x sapere le motivazioni masochistiche che spingono a denudarsi in tv eheheheeh
RispondiEliminaLa televisione non la guardo da secoli, ma ogni tanto ascolto la radio: mi capita di sentire una pubblicità che mi lascia perplessa, a metà fra il divertito e l'indignato.
RispondiEliminaLa canzoncina recita:
"vorrei proprio andare in vacanza ad Ibiza, ma sono ingrassata a forza di pizza" (segue il numero da chiamare se cerchi una palestra).
Qualcuno per favore mi spieghi in poche e chiare parole perchè una donna grassa non può andare in vacanza ad Ibiza: forse là è illegale essere sovrappeso?
Il messaggio è chiaro: se non sei in forma fisica smagliante non hai nemmeno il diritto di concederti una vacanza.
E il messaggio passa.
Quindi non basta evitare ogni tipo di media, non guardare la tv o non ascoltare la radio, ma nemmeno leggere giornali o riviste, non usare internet, non uscire di casa perchè ogni cento metri c'è un cartellone pubblicitario di biancheria intima o abbigliamento con la strafiga di turno in bella vista.
Ce n'è abbastanza per scoraggiare ogni velleità di ribellione e ogni voglia di protestare: ci bombardano quotidianamente di immagini e messaggi grotteschi e alla fine il grottesco diventa quotidiano, non lo riconosciamo più come tale.
Grottesco per me che ho 32 anni, ma le nuove generazioni trovano senz'altro naturale che una donna sovrappeso non possa permettersi di andare in vacanza ad Ibiza: la donna deve far mostra di sè, se è grassa evita.
Nel mio piccolo ho deciso di evitare tutti i prodotti che si recalmizzano usando "il corpo delle donne", mandare email di protesta a siti, trasmissioni e giornali.
Il mio indirizzo è freak_76@katamail.com (nel post precedente l'ho scritta male), vi invito a contattarmi per idee o suggerimenti.
Sono già iscritta alla newsletter della Libera Università delle Donne e mi piacerebbe moltissimo andare allo spettacolo di Elena Guerrini, vorrei trovare qualche circolo o associazione simile anche nella mia provincia, Massa Carrara.
Intanto cerco in rete qualche sito a cui fare riferimento, magari anche tramite il link a facebook qua a fianco (anche se fin'ora me ne sono tenuta alla larga).
Martina
Cara Lorella, mi accodo a Martina e alle altre donne che ti hanno ringraziata per il lavoro che stai facendo; non credevo ci fossero tante altre persone a pensarla come me.
RispondiEliminaSono anni che mi scaglio contro questa martellante violenza, e spesso mi sento rispondere che "queste veline sono delle vere femministe, perché tengono in pugno gli uomini, fanno quello che fanno per scelta", glissando sul condizionamento radicato nella nostra società retrograda, che deforma il nostro modo di vederci e sentirci, travia la nostra sessualità, ci fa sentire "meno donne" perché non siamo abbastanza brave (o non abbastanza disposte) ad ammiccare e a mostrarci sessualmente suggestive, diffondendo una sorta di terrore nei confronti degli uomini, supremi giudici sulla nostra vita, convincendoci che queste donnine esposte come carne sul banco del macellaio sono, in fondo, le uniche a piacere loro veramente -per quanto gli "infelici" uomini al nostro fianco ci dicano il contrario-.
Sarei curiosa di sapere se anche a voi danno "della femminista ogni qual volta esprimiate opinioni che vi differenziano da uno zerbino", perché per me è la prassi, quando va bene; quando invece gira male, l'unico motivo per cui mi sforzo di non soggiacere a questi standard è che "non sono sufficientemente avvenente, non ho la quinta di reggiseno, non ho un sedere da competizione".
E anche qui, che cos'è, se non un'altra evidenza che "l'uomo è la misura di tutto"? Si sono mai chiesti, questi uomini qua, se a noi interessa davvero portare un baule al posto del seno? Se le nostre smagliature ci fanno così male? Se siamo intimamente afflitte dalla cellulite?
No, ma dal momento che dal loro punto di vista questo conta, allora perché non convincerci che debba contare anche per noi?
Magari, senza imporre la loro visione fallocentrica, scoprirebbero che quello che per loro (alcuni di loro?) è così importante, a noi non interessa affatto.
E che, come diceva la Magnani (provocandomi pelle d'oca e lacrimoni ancora adesso), non vogliamo coprire le nostre rughe, ci abbiamo messo così tante risate e tante lacrime, per farcele!
Io credo che stia a noi, faticare per educare le tante ragazze che scelgono la scorciatoia della sessualità alla "faticosa" via del conoscersi, condividersi, mostrarsi come donne-persone, rifiutando questo modellino prestampato a vantaggio di altri della femmina-sessuale che è disposta a farsi inserire palle di plastica del corpo, per compiacere l'altra metà del cielo.
Anch'io vorrei mettermi in contatto con voi, lascio la mia email littlebunnyfoofoohopping@gmail.com
Ciao,
Giulia
ciao Lorella,
RispondiEliminasono 4 anni che vivo in UK (non ho la TV). Tramite facebook sono venuta a conoscenza del tuo documentario e guardarlo e' stata una successione di pugni allo stomaco. Non piacevole, ma catartico! Sarei onorata di poterlo tradurre in inglese.
ciao, serena
non c'è qualcosa che possiamo fare?soprattutto senza essere ritenute bigotte (al contrario, è progresso) o invidiose (io personalmente rientro abbastanza nei "canoni" fallocentrici). Non sarà certo il primo dei mali che affliggono il nostro pianeta, e lo dico anche perché sono stata in abruzzo il mese scorso a prestare aiuto alle vittime del terremoto e ho ancora fresca la memoria di quel dramma, però è pur sempre una battaglia che dobbiamo combattere, noi che abbiamo la cultura e gli strumenti e trascinare chi non li ha.
RispondiEliminabarbara
porporanati@yahoo.it
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RispondiElimina@SERENA
RispondiEliminagrazie per la tua proposta, se vuoi contattaci all'indirizzo che trovi nel mio profilo
Nel "documentario" ci si chiede quale esempio diano le donne mature della televisione alle ragazzine e mi viene in mente un libro,che lessi anni fa, sulla condizione femminile in alcuni paesi africani.Ricordo che rimasi molto scossa quando seppi che esisteva una pratica chiamata "infibulazione" ma ciò che mi fece più orrore è stato apprendere che erano le donne stesse (madri,nonne),che "a fin di bene", sottoponevano le bambine a questa barbarie perchè altrimenti in futuro non avrebbero trovato marito.
RispondiEliminaForse la mia mente è un pò contorta per generare tale associazione di idee però credo che il perpetrarsi di certi costumi dipenda dalle donne.
Possiamo rompere l'incantesimo millenario che ci fa agire per compiacere gli uomini,lo possiamo fare perchè,penso, che da sempre l'educazione delle generazioni future è nelle mani delle donne:siamo madri,molte di noi sono insegnanti,educatrici,ecc.Educhiamo i nostri figli ad avere fiducia e stima di se stessi a riconoscere il proprio valore e quello degli altri indipendentemente dai sessi. Conosco molte madri e insegnanti che lo stanno facendo....
Che si può fare,
RispondiElimina1)tentare di aprire gli occhi a chi ce li ha chiusi
2) d'accordo con ferak_76@katamail.com mostrare sempre il proprio dissenso
3) non comprare i prodotti reclamizzati in queste trasmissioni
4) fare spegnere quante più televisioni è possibile
Anche uomini molto intelligenti o che si credono tali non vedono questa situazione, anzi magari asseriscono che in questo modo le donne diventano più potenti e più ricche.
Questa televisione tra l'altro fa sembrare dei bacchettoni le persone che esprimono opinioni di disaccordo al mercimonio del corpo.
Molti uomini, poi, si lamentano dell'aggressività delle donne, ritenendola responsabile della difficoltà di costruire rapporti sentimentlali.
Ma è chiaro, che ci sia aggressività, è direttamente collegata, sia in accordo, sia in contrapposizione, a questi condizionamenti ed a queste visioni distorte.
Il guaio è che il potere è in mano a questi dinosauri che a 75 - 80 anni dovrebbero essere in pensione da un pezzo ed invece sono sempre avvinghiati alle loro poltrone, temono i loro rivali giovani, ecco perchè in tv la maggior parte degli uomini che si vede quasi mai mette insieme gradevolezza d'aspetto ed intelligenza. Anche gli uomini che si vedono o sono intelligenti, ma ahimè ottuagenari incartapecoriti, o sono giovani palestrati e depilati dappertutto pure nel cervello. Se fossi un uomo giovane riterrei la situazione altrettanto preoccupante.
Oltretutto, e scusate la futilità della mia prossima argomentazione, ma anche io donna avrei piacere a vedere qualche annunciatore di tg o presentatore carino, senza mercificazioni di corpo, ma insomma qualcuno presentabile, non questi vecchiacci o questi altri bavosi, o quegli altri che starebbero bene solo a fare i chierichetti nelle messe.
Un saluto a tutti
Alessandra
Sono venuta a conoscenza di questo blog tramite la repubblica, a cui sono infinitamente grata. Si perchè nel mio piccolo cerco di far valere il diritto delle donne di non essere solo donne ma di essere persone, ho cercato di unculcare questa mentalità anche a mia mamma (io ho 25 anni e lei 55) in modo che pure a casa ci fosse coscienza del ruolo donna-uomo. Insomma perchè mio padre non fa le pulizie? non ordina, non fa i piatti e non va a prendere mia sorella a scuola? o ancora perchè nelle mie giornate lavorative mi devo sentir dire da un uomo che se la donna si rifiuta di fare sesso dopo che sono già nudi e lui continua non può essere stupro? perchè devo vedere donne nude in tv che non sanno nemmeno parlare in italiano? perchè devo vergognarmi? Io e una mia amica parliamo spesso di queste cose e cerchiamo di riunirci in gruppi per parlare della nostra condizione, sono felice di dire che una mia amica è riuscita a ristabilire l'ordine in casa sua... ma purtroppo la frase "no scusa devo uscire con il mio ragazzo se no si offende" l'ho sentita dire talmente tante volte che mi dà il voltastomaco. Ringrazio questo angoletto felice, dove mi sento meno sola, un bacio a tutte Em
RispondiEliminaPerchè non reagiamo? perchè potremmo perdere un'opportunità, magari per le figlie femmine...non critichiamo perchè se arriva per la nostra figliola questa occasione, non deve farsela scappare. Certo non tutte abbiamo figlie femmine da spronare ad entrare nel mondo della televisione o da far sedere sulle ginocchia di qualche babbeo di 70 anni, ma pieno di soldi...è così per tutte, non reagiamo perchè siamo così sofia
RispondiEliminaNon reagiamo perchè tutto questo orrore non è arrivato insieme ma un pò alla volta, da 20 e passa anni a questa parte.
RispondiEliminaAbbiamo il DOVERE di insegnare ai nostri figli, maschi e femmine, il RISPETTO, prima di tutto di se stessi e poi degli altri, non permettere a nessuno di farti fare la gamba del tavolo, né permettersi di pensare di possedere qualcuno.
RISPETTO, che fine ha fatto?
Vorrei fare una riflessione al commento di gianni il quale ritiene che il 99% degli uomini dovrebbe fare un anno dalle suore o nella foresta amazzonica...immagino lui appartenga al restante 1%. Trovo che sia un'affermazione da, scusate il termine, paraculo! Ci sono uomini che si rompono la schiena tutto il giorno per sostenere la famiglia e fanno sacrifici tanto quanto ne fanno le donne e di certo non è l'1%. Detto ciò dico e sempre dirò W le donne....senza percentuali! :) Scusate lo sfogo ma odio le generalizzazioni
RispondiEliminaNon reagiamo perché, come sapientemente dice Marge Simpson, "il canale della fox è diventato un canale hard in maniera così graduale che non me ne sono neanche accorta".
RispondiEliminaPiù o meno.
Perché l'orlo della gonna si alza di un cm al giorno, e le inquadrature si abbassano allo stesso modo; perché abbiamo visto la nostra mamma (la mia no, grazie a lei) servire e riverire il nostro papà con tanta abitudinaria premura da sembrarci ingiusto non fare lo stesso col nostro ragazzo; perché, crescendo, a qualcuno dovremmo pur ispirarci, e se la scelta è tra la barbie fior di pesco e l'infermiera sexy dei film di alvaro vitali, abbiamo davvero poca scelta.
Non credevo che qualcuna si sarebbe fatta sentire così, e invece siete più di qualcuna e io ho speranza di poter allevare mia figlia qui, invece che andarmene altrove.
Ma non sara' che in fondo non ci ribelliamo, perche' a una parte di noi donne fa comodo che sia cosi'? fa comodo che conti la bellezza, i messaggi seduttivi sottointesi? chi se ne avvale ha un vantaggio rispetto a chi ne è sprovvisto... perche' la bellezza e il potere seduttivo immediato di una donna conta anche fuori dalla televisione... Non riusciamo piu' a distinguere che la tv è spettacolo, ma è diventato il nostro quotidiano, la nostra compagnia. Ne parlo perche' io, a differenza di molti che hanno scritto in questo blog, la guardo spesso la tv. E lo scandalo non è solo la volgarità del corpo mostrato, ostentato, esagerato e contraffato. Lo scandalo sta anche nella volgarità del parlare: le urla sono costanti. Il messaggio che passa è che solo chi urla e si fa notare viene ascoltato, anche se poi non ha niente da dire. Chi aspetta il proprio turno, chi rispetta le regole e paga le tasse è, se va bene, "poco furbo". E questo ci riporta a temi molto attuali e apparentemente gia' esauriti: all'italiano piace il furbo, quello che si ingegna per avere un profitto a scapito di qualcun'altro o a scapito della collettività. Non è solo il corpo delle donne che è esibito senza riguardo. E' anche la vita di tutti noi. Ho trovato molto interessante il passaggio del documentario dove si rifletteva su come le donne guardano le altre donne: con occhi maschili. é assolutamente vero. Guardiamo le donne come spesso non le guardano neppure gli uomni stessi. E siamo per prime noi donne che sabottiamo la nostra bellezza. Dovremo ricordarcelo tutte le mattine davanti allo specchio.
RispondiEliminaBuongiorno,
RispondiEliminann ho la Tv da 7 anni e questa è la mia forma di reazione..ma in effetti nn basta..
Si potrebbe far veicolare il video in una versione short e tradotto in Inglese (potrei darvi una mano x trad.). Che ne dite?
Candida
cmontotti@yahoo.it
da 10 anni nn ho la televisione, e quindi le mie figlie 11 e 7 anni nn la vedono. a loro ho sempre cercato di far vedere come io e in generale le donne siano essere pensanti e brave come e più dei maschi.
RispondiEliminasono andata in classe delle mie figlie a fare "esperimenti" scientifici, per far vedere che si può essere soddisfatte anche a fare un lavoro diverso dalla velina...
nn so cosa altro fare.
sono ingegnere e belloccia ma sul lavoro ho sempre dovuto combattere per qualsiasi cosa, come nn sarebbe mai successo ad un uomo. come vedo fare a tante donne come me.
ma almeno per mia generazione (ho 40 anni) era comunque comune pensare di realizzarsi con una professione.
mi sembra che per chi è giovane adesso nn sia più così ed è secondo me gravissimo.
la faccenda del tempo è assolutamente vera, però nn avere la televisione ne fa risparmiare abbastanza, e cmq di tempo ne potrei trovare,
vediamo se a qualcuno viene qualche buona idea..
ho voglia di fare qualcosa di concreto.
Anna
43 anni, due figlie, sposata e un lavoro.
RispondiEliminaSono sempre stata indipendente, controcorrente, ma non sono riuscita a costruirmi un mio modello che andasse bene per me, eternamente dilaniata da un ruolo culturale che mi chiedeva di essere accogliente in famiglia e molto maschile sul lavoro.
Quello che caratterizza la vita delle mie coetanee è la fatica, la fatica di dover conciliare famiglia, lavoro e interessi personali, cui tutte teniamo.
Ci ritroviamo a dover scegliere nei negozi fra scarpe altissime e rasoterra, panataloni a vita bassa e gamba stretta, giacche e camicie strette di seno e di braccia, insomma vestiti che mal si conciliano con il nostro fisico medio e la nostra vita sempre di corsa.
Nel mio piccolo cerco di spiegare alle mie figlie la futilità dell'apparire, che non serve a costruirti il futuro, che se ti proponi come un prodotto, prima o poi verrai sostituito dal nuovo modello.
Diffondo il video fra le amiche.
Cristina
..questo blog è proprio un regalo.. di buon senso !!!
RispondiEliminaSilva
"perchè non reagiamo?" bella domanda. Guardando il documentario, la rabbia cresceva cresceva dentro me e mi chiedevo cosa posso fare per far sentire la mai voce, come posso fare a schiaffeggiare i responsabili di questo "circo" (anche senza virgolette). ogni volta che c'èun programma dove la donna è coperta solo da due pezzi di stoffa, cambio canale, sperando di trovare qlcs di più dignitoso. io sono alta 1, 52cm, ho una laurea in fisioterapia con il massimo dei voti; di amiche ne ho veramente poche, non ho mai scambiato con loro i miei vestiti, non mi sono mai truccata insieme a loro, e tante volte sono state criticate da altre ragazze più belle di me, che al primo posto mettono le tette o i rapporti sessuali che hanno avuto. io con voi ragazze non ci sto e mi dispiace che la pensiate solo in questo modo del nostro essere femmine.
RispondiEliminase reagissimo a tutto ciò, credo molti disagi psicologici nati in questi ultimi 60 anni, diminuirebbero, se non addirittura, scomparirebbero. Noi non siamo guardate solo dagli uomini, ma anche ,e soprattutto, dalle donne.
eli
Vedo solo ora questo documentario cara Lorella. Prima di tutto grazie, grazie per non esserti distratta, come accade a molte, me compresa, per non aver perso la concentrazione riguardo alla nostra situazione , di noi donne. Per non esserti fatta distrarre dal lavoro, dalla giornate infinite, da una cena da preparare, dallo shopping compulsivo, dalla telefonate da fare, le pratiche da sbrigare i figli da seguire. Grazie per aver usato il tuo tempo per dare voce forma e immagine al nostro disagio, al subdolo malessere che spesso non riconosciamo come tale ma anzi definiamo "la necessità di essere una donna moderna, al passo coi tempi" Monta dentro di me la voglia di fare qualcosa. Io sono un'attrice che lavora per e con la sua faccia. Vorrei usarla per parlare di questo. Facciamo qualcosa con la faccia. Paolaminaccioni@libero.it
RispondiEliminaCara Lorella,dove sei stata fino adesso!Finalmente qualcuna ne parla,finalmente c'è chi traduce in parole rendendole pubbliche ciò che io ho sempre e solo pensato.Ho provato a sentire un parere di mio marito e lui candidamente mi ha risposto:"Non vedo dove sia il problema, siete voi donne che vi fate trattare così".Ancora più indignata ho pensato che un fondo di verità purtroppo c'è.Le donne che "giocano" in questo modo col proprio corpo si sentono forti, si sentono di condurre la situazione,ma il maschio non capisce le regole del gioco le fa sue e a suo uso e consumo giudica tutte le donne come oggetti.Ci siamo mai chieste come fa un uomo a rispettare le donne se è questa l'immagine che continuamente viene trasmessa di noi? Ci siamo mai chieste se l'aumento esponenziale di violenza sulle donne non dipenda in un certo modo anche da questo?E come mai le donne della tivù per prestarsi a queste "scenette" vengono strapagate,ma non esiste un maschio che campi o faccia la sua fortuna in questo modo?Perchè noi non saremmo disposte a dargli un euro.Noi non troveremo divertente la cosa vista "dall'altra parte".Che tristezza.Che rabbia.
RispondiEliminafaccio parte ci un' associazione dove abbiamo costituito un gruppo sulle problematiche femminili, scrivo e leggo da almeno quattro anni su donne, identità femminile, maternità, condizione sociale ecc.ecc. e tante volte vorrei prendere una video camera e immortalare delle cose che ai miei occhi sembrano così macroscopiche ed enormi da non capire come e perchè nessuna le veda e faccia qualcosa. mi chiamo maria e vorrei contribuire, in qualsiasi modo, a questo lavoro, riflessione, progetto: esserci e dare una mano.
RispondiEliminamariamariu.rossi@gmail.com