sabato 9 maggio 2009
Non sono certamente dei modelli?
Per anni non ho guardato la tv. Come ho scritto, semplicemente non mi interessava. E quando ho visto, scrivere IL CORPO DELLE DONNE è stata la risposta ad un bisogno impellente: riuscire a far guardare con nuovi occhi la tv a chi la tv la guarda, e tanto.
Il 60% del pubblico televisivo è composto da donne. L'80% delle persone che guardano la tv, hanno la tv come unico strumento di informazioe.
Come arriviamo a parlare con loro? Non con i saggi, non con i libri, purtroppo.
Dico purtroppo perchè quelli sarebbero i miei strumenti, quelli che amo.
E nemmeno i giovani che guardano molta tv, leggono. E comunque hanno tv youtube e internet come sguardo verso il mondo.
Non c'è giudizio da parte mia verso chi la tv la guarda. Molte delle donne che incontro mi dicono della loro solitudine e che la tv è la loro "compagnia": c'è di che riflettere e confrontarci per giorni se siamo rimaste così sole. E ho immaginato con dolore i pomeriggi di donne mature e ragazzine davanti allo schermo, divertite in apparenza ma con un sottile disagio che aumenta di ora in ora e di giorno in giorno, disagio a cui non sanno dare un nome e che si chiama senso di inadeguatezza: mai così belle come in tv, mai così magre come in tv, mai così giovani, così lisce, così toste...
E sulla costruzione dilagante del disagio vengono ideate le trasmissioni del mattino e del pomeriggio. Quelle che noi non vediamo, perchè al lavoro, perchè con un bel libro tra le mani, impegnati in una discussione, noi che scegliamo.
Qualcuno, pochissimi, mi scrive del timore che si debba ricorrere alla censura. No. L'unico mezzo in cui credo è educare a guardare, essere consapevoli. E decidere di non volerla più guardare o meglio, di poter chiedere che sia diversa.
Per questo abbiamo messo il documentario IL CORPO DELLE DONNE sul sito: perchè noi e voi che la tv non la guardiamo o la guardiamo poco, possiamo proporne la visione a chi la tv la guarda e poi discuterne, parlarne.
Un docente mi ha scritto che l'ha già fatto vedere a piu classi, senza commento, cos'altro potevo dire? dice. Succede a molti che vedono il documentario e che di solito guardano tanta tv, di "vedere" quelle immagini per la prima volta, guidati dal testo.
Per chi di pomeriggio è lontano dallo schermo, propongo la visione di questo servizio tratto dalla puntata del 24 febbraio de "La Vita in diretta", contenitore del pomeriggio di RAI 1 che è visto appunto dal pubblico di cui scrivevo prima.
Dura ca 4'. Impossibile non rendersi conto che trasmissioni come questa costruiscono modelli da seguire. Nessuna colpa a Flavia. La responsabilità è totalmente di chi usa Flavia. Inutile ora continuare a chiederci cosa ci è successo, come è possibile essere arrivati così in basso.
Pericoloso farsi assorbire dal senso di impotenza e disperazione.
Facciamo.
La vita in diretta - Rai1 - 24/02/09
Il 60% del pubblico televisivo è composto da donne. L'80% delle persone che guardano la tv, hanno la tv come unico strumento di informazioe.
Come arriviamo a parlare con loro? Non con i saggi, non con i libri, purtroppo.
Dico purtroppo perchè quelli sarebbero i miei strumenti, quelli che amo.
E nemmeno i giovani che guardano molta tv, leggono. E comunque hanno tv youtube e internet come sguardo verso il mondo.
Non c'è giudizio da parte mia verso chi la tv la guarda. Molte delle donne che incontro mi dicono della loro solitudine e che la tv è la loro "compagnia": c'è di che riflettere e confrontarci per giorni se siamo rimaste così sole. E ho immaginato con dolore i pomeriggi di donne mature e ragazzine davanti allo schermo, divertite in apparenza ma con un sottile disagio che aumenta di ora in ora e di giorno in giorno, disagio a cui non sanno dare un nome e che si chiama senso di inadeguatezza: mai così belle come in tv, mai così magre come in tv, mai così giovani, così lisce, così toste...
E sulla costruzione dilagante del disagio vengono ideate le trasmissioni del mattino e del pomeriggio. Quelle che noi non vediamo, perchè al lavoro, perchè con un bel libro tra le mani, impegnati in una discussione, noi che scegliamo.
Qualcuno, pochissimi, mi scrive del timore che si debba ricorrere alla censura. No. L'unico mezzo in cui credo è educare a guardare, essere consapevoli. E decidere di non volerla più guardare o meglio, di poter chiedere che sia diversa.
Per questo abbiamo messo il documentario IL CORPO DELLE DONNE sul sito: perchè noi e voi che la tv non la guardiamo o la guardiamo poco, possiamo proporne la visione a chi la tv la guarda e poi discuterne, parlarne.
Un docente mi ha scritto che l'ha già fatto vedere a piu classi, senza commento, cos'altro potevo dire? dice. Succede a molti che vedono il documentario e che di solito guardano tanta tv, di "vedere" quelle immagini per la prima volta, guidati dal testo.
Per chi di pomeriggio è lontano dallo schermo, propongo la visione di questo servizio tratto dalla puntata del 24 febbraio de "La Vita in diretta", contenitore del pomeriggio di RAI 1 che è visto appunto dal pubblico di cui scrivevo prima.
Dura ca 4'. Impossibile non rendersi conto che trasmissioni come questa costruiscono modelli da seguire. Nessuna colpa a Flavia. La responsabilità è totalmente di chi usa Flavia. Inutile ora continuare a chiederci cosa ci è successo, come è possibile essere arrivati così in basso.
Pericoloso farsi assorbire dal senso di impotenza e disperazione.
Facciamo.
La vita in diretta - Rai1 - 24/02/09
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Ripropongo qui il commento che su questo video ho scritto sul blog di Giovanna Cosenza e rinnovo con l'occasione i miei complimenti ai due autori di questo splendido lavoro.
RispondiEliminaHo trovato il video molto interessante e mentre le immagini scorrevano mi rivenivano in mente le ultime scene del film “Brazil” di Terry Gilliam (1985), dove vecchi corpi femminili, maschere deformate dalle infinite plastiche, si scioglievano schifosamente come neve al sole. No la neve è bianca, la si deve sostituire con qualcosa di più colorato e che dia al tutto un effetto grottesco (o almeno io così lo ricordo).
L’eccesso, la “concentrazione” contenuta nel video, credo possa aiutare a far vedere quello che nell’uso quotidiano si perde, un po’ come prendere tutti i giorni piccole dosi di veleno. A piccole dosi il veleno non ti uccide, anzi limitatamente ad alcune sostanze ne divieni persino immune (http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981533886/Mitridatismo.html), ma non si può dimenticare che il veleno resta veleno e che, se non è tra quelli cui ti immunizzi, si deposita nel tuo organismo e ti uccide lo stesso, solo più lentamente e dolorosamente.
Vediamo il veleno e i suoi effetti esattamente per quello che sono e forse parte del loro inganno è già fugato.
Il fatto che nel programma televisivo la camera abbia giocato, come riferisce Giovanna, “dal primissimo piano sulla Parietti a quello su Lorella …” personalmente non trovo che abbia fatto altro che avvalorare ulteriormente, quasi dal vivo, il messaggio riportato dal video.
Chi quel messaggio l’avrà iniziato a cogliere, avrà sicuramente iniziato a cogliere (con fastidio?) anche quei movimenti di camera a riprendere ora un volto, ora una gamba: lo svelamento della realtà, del trucco, dell’inganno.
La cura qual è?
Vedere il bellissimo lavoro di Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi sicuramente aiuta, ma non può bastare, il potere della Tv è forte e quindi mi ritrovo, non tanto a proporre il burqa, quanto ad augurarmi che vengano adottate anche in Italia tutte le indicazioni contenute nella risoluzione EU sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini e ad auspicare sanzioni serie e pesanti, come seri e pesanti sono gli effetti che tutto ciò produce.
Il discorso EU sulla pubblicità senza molto sforzo è applicabile ai programmi televisivi in genere dove la pubblicità, dovendo inseguire l’audience, è di fatto incorporata direttamente nel programma.
Estratto dalla risoluzione …
…. considerando che la pubblicità presenta sovente la vita reale degli uomini e delle donne in modo caricaturale …. considerando che la pubblicità che presenta stereotipi di genere limita le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi e “rinchiude” gli individui in ruoli prestabiliti, artificiali e
spesso umilianti, degradanti e instupidenti per entrambi i sessi … considerando inoltre che al contempo la pubblicità, per sua natura, rafforza questi effetti negativi in quanto il messaggio viene ripetuto e riprodotto incessantemente …. considerando che la discriminazione di genere nei media è tuttora diffusa e che la pubblicità e i media che presentano stereotipi di genere possono essere considerati come parte di tale fenomeno … considerando che la pubblicità che presenta stereotipi di genere riproduce un’iniqua distribuzione del potere … considerando che la pubblicità che presenta stereotipi di genere non soltanto “rinchiude” le persone in diversi ruoli predefiniti, bensì altrettanto spesso esclude le persone non
inquadrabili nel concetto di normalità …
Per chi fosse interessato il link al testo della risoluzione, alle motivazioni e all’esito della votazione:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A6-2008-0199+0+DOC+XML+V0//IT
Be', che Flavia non abbia proprio nessuna responsabilità a me pare un po' ottimista. Ci sono responsabilità anche da parte di chi si lascia usare: è una scelta anche quella. Così come è una scelta non farlo, per i milioni di donne che infatti non lo fanno.
RispondiEliminaVorrei semplicemente dire grazie perché questo documentario è documento di quanto pensano e credono tantissime donne che conosco. spero che venga proiettato il più possibile in italia, ma sarebbe splendido poterlo mostrare al di fuori dei confini. mostrare quanta degenerazione silenziosa parte dal mezzo televisivo, degenerazione di cui - e qui sta il dramma - molte donne nn ne prendono atto. Chi invece ne ha coscienza non guarda la televisione, come io ho facevo. Ma bisogna credere e bisogna dare una spinta propulsiva per reagire e cambiare.
RispondiEliminaNon vivo più in Italia e una parte di me è felice - ora - di poter osservare il mezzo televisivo senza sentirmi un'aliena. L'assurdità della televisione italiana è che il trionfo della chirurgia plastica, l'esposizione estrema ai limiti della pornografia, la perfezione ossessiva non rappresentano quasi per nulla la realtà. ci sono somiglianze e divergenze. il maschilismo e la società patriarcale che si evolve in sfaccettature ancor peggiori, e migliaia di donne non silenziose, con una cultura e una rabbia concreta che ogni giorno devono lottare contro questa involuzione continua che viene ineittata ogni giorno come veleno trasparente, attraverso lo schermo televisivo.
Perché non è assolutamente normale chiedere alla gente se hanno mai pensato di lasciare propria figlia posare nuda su un calendario. non è assolutamente normale.
e questo documentario, e ciò che rappresenta, deve essere portato alla luce e deve essere supportato il mio possibile.
Ho appena visto l'intero documentario. Molto intelligente. Nonostante questo penso che rimarrà una voce inascoltata in un panorama di povere e distorte idee.
RispondiEliminaNon possiedo più la tv da più di 5 anni e devo dire di essere rimasto sconvolto per alcune immagini televisive contenuto nel documentario. Offensive, inaccettabili, di un mascolino che pensavo relegato a stereotipi adolescenziali. Fossi donna non saprei veramente più cosa pensare.
Francesco
Una delle cose che colpiscono di più in questi 4 minuti è che lei dica che non voleva identificarsi nel solito modello della casalinga con figli...senza minimamente considerare che esistono ben altri modelli alternativi, e ben diversi dal suo. E a monte di tutto ciò ovviamente il paradosso è che le venga data rilevanza mediatica per poi alla fine dire "beh no, non è certo un modello".
RispondiEliminaAggiungerei un punto di vista su un altro mondo che plasma pericolosamente l'immaginario: le riviste "femminili" e i loro parametri estetici, non proprio coincidenti con quelli televisivi ma ugualmente pericolosi nel loro potere di rendere invisibili le donne normali - ne parlo un po' anche sul mio blog.
Continuiamo a meditare strategie di azione, ancora grazie per il vostro lavoro.
Salve,
RispondiEliminamolto interessante(o triste?) il video, e perfetta la contrapposizione di Patti Smith all'inizio con le musiche dei vari show!
Come mai il video non è presente su youtube se lo scopo è raggiungere più persone possibile? Detto papale papale: se lo mettete su youtube io posso condividerlo su facebook, e sperare che, così, attraverso un solo click, almeno 2 o 3 persone lo vedano(e lo condividano a loro volta). Ora...ho cercato di condividere la pagina web, ma dubito che qualcuno farà lo "sforzo" di cliccare sul link.
Aldilà di questi problemi di diffusione...davvero complimenti :)
grazie per il video-documentario. Anch'io non vedo la tv da anni e sono rimasta abbastanza... colpita.
RispondiEliminaMi piacerebbe farlo vedere in classe...
ho visto il documentario, e ho visto la trasmissioone in TV ad esso, anche, dedicato da parte di
RispondiEliminagad lerner: trovandolo molto utile e sofisticato nonchè fa aprire in ciascun uomo spazi di riflessione verso l'universo del Femminile sarei lieto se potessi aggiungere questo link ai miei link, previa autorizzazione, per me l'educazione e il rispetto restano fatti importanti! nel merito che dire? amo le Donne vere perchè donano intelligenza e sensibilità ma detesto le dette "tette_culo" (mi si perdoni la volgarità ma rende) per ovvi motivi legati al banalizzare la sensorietà e la cultura dello immaginario del creativo femminile.. in attesa di riscontro auguro un buon lavoro
roberto matarazzo, artista estravagante...
Cara autrice del documentario,
RispondiEliminada anni il problema della rappresentazione della donna in televisione non viene affrontato, neppure nominato. Quindi ringrazio l'autrice.
Per quanto riguarda come debba essere o quale debba essere il ruolo delle donne nella TV e nella vita sociale, potremmo ripetere vari adagi, mamma, moglie, nonna, amante, ecc. O solo tette, culo e labbra carnose.
La Tv per il suo modo di essere deve continuamente tenere lo spettatore incollato allo schermo, e non deve permettere neppure il pensiero di un possibile cambiamento di canale.
Partendo da questo presupposto sembra che appunto tette,culi,labbra, in qualche modo assolvono a questo compito: non permettere di cambiare canale.
Sembra inevitabile, e la televisione pubblica non dà nessun modello "giusto", come propone l'autrice del documentario.
Sta qui il problema: quale è il modello giusto, e perché ci dovrebbe essere un qualche tabù nella chirurgia plastica. Perché se la scienza ce lo permette non dovemmo cambiare il nostro corpo, renderlo oggetto, forse, ed uniformandolo al modello dominante di bellezza. Il modello della bellezza nel mondo occidentale è tettone, culetto, labbrone, sembra uno sciogli lingua ma è così. Lo impone la televisione? Sì, lo impone la televisione.
Cosa si può fare?
Proporre un altro modello dominante.
Quale?
Lascio la risposta all'autrice del documentario...
Per rispondere al commento di prima, direi solo che altri modelli, ce ne sono parecchi, basta accendere la TV in...qualsiasi altro paese del mondo! qualsiasi! ma italiani svegliatevi! la TV sta costruendo un paese di frustrati (perché quando nei programmi per bambini la principessa a tette, bocca, naso etc rifatte se immagina la disillusione a 15 anni dei maschietti che hanno sognato la principessa quando avevano 3 anni) e sappiamo con la storia, quanto i frustrati sono pericolosi...
RispondiEliminaNon capisco bene l'Italia. E un paese con un passato straordinario che ha fondato l'Europa. Molti italiani sono orgogliosi del loro passato, giustamente. Ma vi dico che da fuori, chi guarda la TV italiana, pensa veramente di essere nel paese degli senza cervelli, degli imbecilli maschilisti che fuori del cibo e calcio non possono essere considerati seriamente.
Con la premessa che viviamo in un'epoca che definirei oscurantista e che la globalizzazione ci porterà inevitabilmente contrasti e discrepanze, provo a dire la mia.
RispondiEliminaSono fermamente convinto che nell'attuale società moderna nulla sia lasciato al caso, credo anche che da qualche decennio, il progressivo deterioramente generale delle trasmissioni televisive e del messaggio, più o meno palese, da queste lanciato, faccia parte del tentativo di convogliare il comune pensiero verso la superficialità in ogni sua forma, allontanandolo dalle cose davvero importanti.
La tv è l'alternativa comoda al libro, alla discussione, al sentire della buona musica o a leggere una poesia.
Con la tv si governano le masse, con la tv puoi far cambiare la mentalità ad interi popoli, e se n'è accorto da un po' persino lo stato vaticano.
Ma per far questo, come dice l'Anonimo delle 11.52 qui sopra, devi tenere continuamente incollato lo spettatore allo schermo.
E allora devi andare a solleticare gli istinti più arcaici: quello della sopravvivenza, mandando in onda le scene più raccapriccianti di guerre e nefandi delitti, o l'istinto sessuale, con caricature di donne dalle ipertrofiche caratteristiche, molto più simili alle vignette di un fumettista che alle persone reali.
Anche l'attrazione/paura dell'ignoto può servire: dal miracolo di Lourdes agli occhi che piangono sangue, dal lanciare anatemi contro gli africani che usano i profilattici al revisionismo storico che mette in dubbio che siano mai esistiti i campi di concentramento.
Non c'è alcun modello dominante alternativo da proporre, c'è solo da evitare di guardare ciò che non può fare il bene di un essere umano senziente.
Come non berremmo mai ad una fonte avvelenata, così dobbiamo imparare a non abbeverare la mente alla prima e più comoda fontana che ci apparirà davanti, ma, a costo di faticare per raggiungerla, costringere le nostre gambe mentali a camminare un po', anche a lungo e in salita, fino a che non si troverà l'acqua sorgiva in grado di dissetare la nostra mente.
Forse allora, e solo allora, riusciremo a guardare le persone per quello che sono e non per quello che appaiono.
CONSIGLIO a tutti, per chi non l'avesse visto...lo splendido film "LA DONNA PERFETTA" con Nicole Kidman.
RispondiEliminaBuona visione :-) N
Ho trovato il documentario magnifico e tragico.
RispondiEliminaPenoso vedere donne "sgomitare per distinguersi dal branco", rivendicare i propri diritti come paladine del giusto e poi schiudere i pugni e far volare tutto al vento, rinnegarsi, vincersi, essere complici - e apparentemente sorridenti - del vizio del sistema (che sia maschilismo, comunicazione, politica poco importa), ridursi sola e solo ad iconografia, ma non delle forme belle dell'arte, ma dell'idea e del gioco dell'uomo compiaciuto.
"Mi voglio sentire bella con me stessa", questa la giustificazione universale della donna che sa che l'essere Donna è tutt'altro che un'idea, una volontà, un riflesso.
Esserlo è come bere l'acqua, un istinto del tutto naturale, forse selvaggio che ci cambia e ci trasforma che continua a girarci intorno e a fermarsi sempre lì: al nostro cuore, alla nostra essenza.
La bellezza la possiede chi attraversa la vita e lo fa con passione, chi mostra con leggerezza il peso della sua storia, della storia di tutti, chi nel viso e nell'anima ha dipinte tutte le battaglie perse, e qualche colpo di rosa... per far forza su quelle vinte.
Dove sono finite tutte le donne forti e belle? Quelle che ti guardano negli occhi senza paura di essere nient'altro che se stesse?
Solo l'anima è la culla della femminilità.
EMOZIONANTE Anna Magnani!
Ciao sono rosa. Ho visto il vostro documentario e voglio farvi personalmente i complimenti.
RispondiEliminaAnche io ho notato da tempo la condizione femminile in televisione e la considero umiliante se non una forma di femminicidio.
Io vedo la condizione delle donne in tv simile a quella delle donne che sono costrette a coprersi il volto con il burka, suvvia, che differenza c'è tra burqa e lifting?
Ho un blog che si chiama http://esseredonneinitalia.womenblog.com/, dove denncio ogni forma di violenza di genere.
Siete tra le prime donne ad aver aperto un argomento molto importante, perchè qui c'è in gioco il futuro delle bambine, che si allontaneranno dalle stanze dei bottoni e emo anche dalla scolarizzazione, con tutte le fatiche delle nonne.
Io considero la tv lo specchio della società:
Una società alla quale alle donne nn è riconosciuta alcuna forma di emancipazione. Siamo discriminate nel lavoro, in famiglia eccecc...subiamo violenze sessuali...e via dicendo.
La tv pero' rischia di contagiare la visione e il concetto che le donne e bambine hanno di loro. Ho letto il libro della Lipperini e mi ha schiarito le idee sull'argomento.
Le donne di oggi devono maturare consapevolezza e protestare contro questa svendita di corpi che è una vera e propria violenza sessuale.
Io ci provo nei blog, nei forum..ma uomini e perfino donne mi danno dell'invidiosa, come se per una donna fosse normale ed importande svendersi.
Buon lavoro. Sarei contenta di scambire opinioni con voi.
Continuate così! :)
Molto interessante, dovrebbe avere una diffusione maggiore. E' sconcertante come le donne si prestino a farsi trattare così .... cosa c'é che non va nella testa delle donne?
RispondiEliminaIo ho scelto di non avere TV da diversi anni, ma la TV può essere importante per chi non abita in città, é solo o non ha mezzi per altri svaghi e per le persone anziane, hanno tutti diritto a una televisione di qualità, a buoni film, buona musica e buona informazione e questo si deve pretendere, almeno dalla TV pubblica. I giovani devono essere educati a guardare e a scegliere cosa guardare e, soprattutto, devono essere consapevoli che la TV é un mezzo molto potente che condiziona in maniera forte. Mi piacerebbe che ci fosse un seguito al documentario.
grazie.. per il documentario, per lo shock di molte cose non viste, per molte altre mai accostate prima. Per le parole, lucide e belle, a vincere la nausea sottostante.
RispondiEliminaNon so.
Non so ovviamente molte cose, ma questa è più che altro la formula di un dubbio che rimuginavo durante la visione.
Non so.
Qualcosa non mi è chiaro e che ancora si deve considerare, per poter capire. E spiegare.
Ad esempio. Questo fenomeno, così, è davvero nostro, italiano. Non credo ci sia qualcosa di autenticamente simile altrove, e questo va considerato. Mi chiedo: In che modo?
La tv è lo specchio di un paese, se si è fortunati: qui invece sembra quasi l'inquietante illustrazione di un programma.
E poi, soprattutto, il vero problema.
La donna, il suo (mio) corpo, il viso, soggetta a maschere, trucco, o velo, ad un lavorìo da sempre teso.. al bello? all'oltre-umano? al divino? all'attraente? all'artificiale? PERCHE'?
(in ogni epoca e cultura..ed è poi davvero così?sarebbe importante esserne certi)
Davvero complimenti per il documentario,
RispondiEliminala tua analisi e` chiara, provoca riflessioni e pone interrogativi inquietanti.
Vivo all`estero da circa dieci anni e credo che questa sia una situazione soprattutto italiana.
Qui in Inghilterra la televisione accetta e tollera il non bello ed educa al rispetto della imperfezione, certo ci sono altri problemi o aspetti negativi nella societa'inglese, ma a livello mediatico c'e` una prevalenza forte dell"essere" sull'"avere" e una tale umilizione non sarebbe mai tollerata.
Molte donne, con o senza rughe, alzerebbero la voce, la stampa (che qui tortura i potenti!) farebbe un polverone e uno come Mammuccari non potrebbe mai lavorare in televisione, ma nemmeno come buttafuori in uno strip club.
Inutile dire che siamo ridicoli agli occhi dell'inglese medio: un paese bellissimo, ma con un popolo di politici corrotti, donne stupende e uomini sempre arrapati, che parlano ad alta voce e cercano sempre di fottere il prossimo...e' forse la verita'?
Saluti
P.s.=La scena del "prosciutto" appeso e'veramente troppo..Da uomo, anch'io dico basta a questo schifo!
Lunga vita al tuo video.
bello il documentario, però potevate metterlo intero su youtube, vimeo o blip.tv, cosi circola anche meglio :)
RispondiEliminaTra le cose che si potrebbero fare per arginare il problema è quello di notare le eventuali violazioni del Codice di autoregolamentazione TV e Minori e denunciarle.
RispondiEliminaTra gli obblighi del codice vi è infatti quello di non trasmettere "conflitti familiari come spettacolo, modelli nocivi per l'integrità del minore, oppure ricorso gratuito al turpiloquio e alla scurrilità ... "(punto 2.5).
Per semplificare la denuncia ho lavorato a un modulo che sintetizza le varie violazioni riportando a lato il riferimento normativo.
Chi fosse interessato può trovare sia il modulo che le violazioni denunciate nel 2007 a questo indirizzo:
http://nuke.dubbieverita.it/Bambini/Bambiniemedia/Denunciareleviolazioni/tabid/495/Default.aspx
@Monica..hai ragione..ma qui nn si tratta solo di violazione ai minori.
RispondiEliminaSe spostano gli spettacoli ad ore di fascia protetta, il risultato non cambia di tanto...non offendera' + il senso comune della decenza e la salute psichica dei minori..ma restano le donne offese. Gli stereotipi sono molto nocivi. I minori non si dovrebbero sentire offesi solo xke c'è sesso esplicito..pensi che quelle pubblicità sessiste delle Sottilette nn offendano le bambine?
@ a Rosa
RispondiEliminaSo bene che non si tratta solo di tutela di minori ma anche di tutela dei minori.
Nel mio commento sopra (il primo della serie) inviavo infatti il link alla risoluzione EU contro le pubblicità sessiste.
Gli stereotipi, sessisti e no, e la loro "pericolosità" mi sono talmente noti che proprio per combatterli, per renderli comprensibili e svelarne il linguaggio, ho aperto un apposito sito web e creato un'associazione di promozione sociale, l'associazione Dubbi(e)verità, con la quale porto avanti molte iniziative in tal senso; dalla partecipazione con il tema degli stereotipi sessisti al Demcamp per la democrazia svolto a Roma l'autunno scorso, a vari altri convegni, allo scrivere un mensile sulle problematiche di genere che viene diffuso da un piccolo sindacato indipendente, a qualche altra iniziativa che le mie possibilità e il mio tempo consentono.
Comunque sul mio sito potrai trovare molti esempi di pubblicità simili a quella delle sottilette cui ti riferisci e che potrebbero essere di tuo interesse e molto materiale di approfondimento scaricabile liberamente.
Mi fa piacere vedere che non sono la sola ad essere affascinata dal tema degli stereotipi.
@Rosa
RispondiElimina- Ho notato che sul sito cui si accede dal tuo nome è presente proprio una delle immagini del film Brazil cui nel mio primo commento facevo riferimento
"mentre le immagini scorrevano mi rivenivano in mente le ultime scene del film “Brazil” di Terry Gilliam (1985), dove vecchi corpi femminili, maschere deformate dalle infinite plastiche (...)".
Bello!
complimenti davvero! spargerò il più possibile la voce riguardo al vostro documentario
RispondiEliminaCara Lorella,
RispondiEliminaGrazie di cuore di aver saputo mostrare quello che ci facciamo senza toni moralistici, ma aprendo intorrogativi rivolti alla nostra Essenza, che ci rimanda un cuore abituato soffrire perchè nell'immaginario collettivo non sembra esserci storia dell'ESSERE umano, meno ancora della donna, da millenni ritenuta mancante.
Grazie per darci questo strumento, che non ha bisogno di parole, poichè non basterebbero, ma apre una spazio in cui si insinua, forse, la nostra responsabilità e così pian piano, osare a cercarsi e interrogare i desideri della nostra Essenza.
Grazie perchè mi è d'aiuto ad amare la vulnerabilità che traspare dal mio viso e che mi ha indotto alla fuga per troppe volte.
Questo vostro lavoro ha un potenziale infinito di portare la pace ovunque a partire dalla riconciliazione di noi stessi, donne o uomini, non fa differenza.
Buona continuazione. Sandra
grazie per il documentario, finalmente Giulietto Chiesa non è più solo e neanche io.
RispondiEliminasiete stati illuminanti..!
http://www.danieleandaloro.blogspot.com/
@Monica
RispondiEliminaUca che bel sito!
ti blogrollo :)
Finalmente scopro che ci sono tantisisme donne che sono interessate agli stereotipi...bisogna fare gruppo..tipo su facebook ^_^
Smack