giovedì 9 luglio 2009

Continuare ad impegnarsi

Susan George è una delle ideologhe del movimento no global, niente a che vedere con l'iconografia con cui ci siamo abituati ad immaginare chi combatte la globalizzazione: 75enne, sempre in tailleur, presidente onorario di Attac, si è sempre battuta per monitorare le decisioni di organizzazioni come il WTO o l'OCSE.
Scrive la George in un suo libro fondamentale, "Un altro mondo è possibile", che quando era ragazza, quindi intorno al '68, era facile capire cosa fare: bastava scendere in strada ed unirsi ad una delle tante manifestazioni che passavano.

Tempo fa per un mese ho raccolto le prime pagine dei quotidiani: tobin tax, tav, wto, ocse, farmaci e proprietà intellettuali, privatizzazione dell'acqua, ecc: titoli spesso incomprensibili ai più, a meno che non si abbia a disposizione molto tempo per capire, per approfondire. Quanti di noi sanno che è in corso una feroce corsa alla privatizzazione dell'acqua a livello mondiale per cui le multinazionali potrebbero diventare padrone di tutte le falde acquifere a breve? Per chi è stato in India recentemente la supremazia di Nestlè sull'acqua indiana è stata certamente lampante.

Da che parte vogliamo stare?
All'epoca di Susan George era facile: si era pro o contro la guerra in Vietnam.
Ora non è più così ed è sempre più necessario essere informati per potere decidere.
Posso ad esempio essere contrario alla privatizzazione dell'acqua ma favorevole al tav, treno alta velocità. E così via.
I partiti politici ci rappresentano sempre meno e non ci sollevano dal dovere prendere decisioni.

Molti di voi hanno espresso in queste ultime settimane il loro disappunto su come l'immagine delle donne viene proposta dalla nostra tv, su come viene calpestata la dignità di noi donne, trasgredendo all'articolo 3 della Costituzione. Alcuni hanno chiesto di "scendere in piazza".
Si scende in piazza, in questa epoca dove "se non appari non esisti", quando i numeri sono sufficientemente alti da far presuppore che i media daranno riscontro alla manifestazione.
Chi di voi c'era o ricorda la manifestazione delle donne di Milano a favore della 194 nel gennaio 2007, ricorderà che nonostante le persone in manifestazione fossero centinaia di migliaia, molti quotidiani diedero scarso rilievo all'evento, peraltro epocale.
Servono, a mio avviso, molto di più le azioni di advocacy, di cui poco si parla ma che sono molto efficaci.
Esistono organizzazioni silenziose e operose che monitorizzano le azioni di organizzazioni come il World Trade Organization: per capire cosa fanno potreste andare a vedere ad esempio il sito di www.crbm.org; in pratica controllano che queste macrostrutture facciano il loro dovere, se non lo fanno premono perchè lo facciano. Il lor compito è fondamentale ma i media li ignorano.

Il Corpo delle Donne si muove in questa direzione. Monitoriamo il comportamento della tv. Piccoli passi quotidiani verso una nuova proposta televisiva, il cui effetto si potrà misurare nel tempo.
E' passata sotto silenzio la vicenda ad esempio dell'acqua Rocchetta. La pubblicità metteva al confronto una miss Italia con una ragazza formosetta e piccolina insinuando che "bevendo Rocchetta", quest'ultima si sarebbe assotigliata.
Si è mosso il giurì della pubblicità ritenendo la pubblicità offensiva dopo avere ricevuto moltissime segnalazioni di critica a Rocchetta... La causa è stata persa ma l'azienda ha ritenuto comunque di voler ritirare la campagna perchè di acqua Rocchettta si era parlato troppo e male.
L'avere protestato ha dunque dato un risultato positivo.
Come ha detto giustamente Susan George: questa è un'epoca dove dobbiamo essere sempre molto informati ed attenti per sapere fare scelte corrette. E questo comporta molto tempo e molto impegno.

Non è ancora chiaro cosa è sucesso al sito ieri: stiamo attendendo una risposta da Google.

Google è uno strumento utile ed efficace con delle carenze incomprensibili: chiunque può segnalare un sito e bloccarne la diffusione anche senza un reale motivo.
Il vostro supporto e la disponibilità che ci avete manifestato ci danno l'energia per continuare ad impegnarci.

24 commenti:

  1. Ciao Lorella,

    conosco bene gli scritti di Susan George perché ho lavorato tanto per realtà appartenenti al Movimento (lo chiamano no global solo i nostri media per connotarli negativamente, in realtà loro amavano chiamarsi new global mentre invece adesso si parla solo di alternative sostenibili, come è più corretto). Tutti siamo parte di quel movimento ogni qual volta diventiamo consapevoli delle nostre scelte e comprendiamo che ogni nostro comportamento è un atto politico. Ho fatto molta comunicazione per quel mondo, purtroppo ora meno perché purtroppo necessito anche di guadagnarmi la pagnotta ma mi impegno sempre per diffondere nuovi stili di vita eticamente, socialmente, ecologicamente ed economicamente sostenibili.

    A proposito di Rocchetta, anch'io mi occupo di raccogliere segnalazioni di pubblicità offensive nella rubrica del mio blog (http://vitadastreghe.blogspot.com) x le donne "Occhio allo spot!". la pubblicità di Rocchetta è stata proprio la 1a segnalazione. Ti ringrazio dell'aggiornamento in merito. A testimonianza della scarsa visibilità di certe tematiche, io non lo sapevo.

    Ciao e buon lavoro!!
    Giorgia

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  2. Grazie Lorella. Tienici aggiornate sulla questione Google, ieri su Facebook abbiamo condiviso e fatto girare il più possibile la notizia e ti posso dire che c'è stato riscontro. Facci sapere come possiamo aiutarti
    a presto

    elisabetta marano

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  3. Ciao Lorella,

    sono d'accordo sulla tua lettura sulla complessità della lettura di ciò che accade e su come prendere posizione. Personalmente non mi s ento più affine ai meccanismi propri dalle manifestazioni e credo che certi strumenti di advocacy possano oggi aprire delle opportunità di partecipazione ed intervento politico. Io vengo da un'esperienza politica che fa riferimento al femminismo della differenza e mi piacerebbe capire se altre donne hanno esperienze da racconatre in questo senso. Sarebbe importante condividerle, per capire anche come e con senso agire oggi.
    Elisabetta Marano

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  4. ecco. io mi sono offesa quando ho visto la publlicità della rocchetta.
    ma come si sono permessi.
    alal faccia dell'anoressia.
    a me piaceva la modella formosa. dava un senso di benessere.
    beh come la pubblicità degli assorbenti per l'incontinenza delle trentenni!!!!!!!!!
    pensa te.

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  5. Non conoscevo Susan George, e così, come tutti, ho cercato in rete. E la prima notizia su di lei, la cita riguardo una sua intervista per un periodico svedese, in cui loda George W. Bush per i bombardamenti in Afghanistan.
    Non mi risultano smentite.
    Altri articoli la citano riguardo alcune sue amicizie tipo quella con George Soros e l'adesione ad alcuni suoi progetti.
    Ma poiché sono notizie incredibilmente in testa sui motori di ricerca, le prendo con le molle.

    Stefano

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  6. anche io sto cercando di capire come muovermi in questo momento, seguendo i mille rivoli interessantissimi nella rete, e sperando di non vederli smarrire in una secca ...
    ci vorrebbe un macro aggregatore.
    in ogni caso iniziare dalle segnalazioni sulle pubblicità mi sembra interessante ..
    monica

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  7. Mi piace molto l'idea del "fare pressioni" contro il sistema di potere dominante, alla stregua di S. George e di altre organizzazioni che fanno della critica e della circospezione nei confronti del potere la loro linea d'azione privilegiata. Muoversi nel senso della "controinformazione", con spirito critico nei confronti del potere a cui fa comodo la passività e il prendere per buono ogni suo prodotto, è il modo migliore per incanalare il cambiamento. Però mi piacerebbe che si andasse oltre il web.

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  8. @stefano
    e per chi vuole apprfondire la conoscenza di Susan George:
    http://www.tni.org/detail_page.phtml?text10=news_george-news&menu=13e

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  9. Ciao Lorella, c'è modo di contattarti via mail?

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  10. http://donnepensanti.wordpress.com/
    questa è una micro realtà che si sta muovendo. proviamo a fare un pò di connettività ...
    (spero sia una idea utile)

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  11. @robba
    puoi scrivermi tramite il contatto contenuto nel profilo qui sul blog nella sidebar a destra. Grazie

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  12. Ciao Lorella, sono venuta a conoscenza di questo blog grazie a cielomiomarito.blogspot.com e al suo post sul blocco di ieri ed eccomi qui, divenuta fedele lettrice. come vedi le idee potenti corrono anche attraverso le sbarre.

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  13. La cosa capitata al tuo blog è alquanto strana. Purtroppo, questo è un problema non isolato al solo Blogger di Google. Anche sulla piattaforma che ospita il mio blog(Libero) le censure vengono attuate senza controllo su semplice segnalazione di un lettore... Ritornando al tema del tuo blog, ti segnalo che è uscito il libro "Il Manuale Delle Giovani Mignotte" di Debora Ferretti...

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  14. Nel mio piccolo, tutte le volte che vedo una pubblicità in cui si offende il corpo e la dignità femminile scrivo regolarmente all'azienda del prodotto pubblicizzato segnalando che proprio a causa delle loro "strategie pubblicitarie" non mangerò i loro sottaceti, non viaggerò con i loro traghetti, non indosserò le loro mutande, insomma non avranno un soldo da parte mia, e che convincerò le persone che conosco a fare altrettanto. Non so se funziona, ma spero sempre che chiunque legga la mail, anche se non è poi chi decide nell'azienda, ci pensi un po'.

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  15. (Non so se questa volta riusciro' a postare il mio commento, di solito non ci riesco.)
    Per rispondere e dire la mia su come denunciare le pubblicità : essendo italiana residente in Francia, mi sono interessata di un sito "La Meute" che poi rappresenta un gruppo di femministe, dove si spiega come denunciare le pubblicità sessiste : http://www.lameute.fr/index/

    In effetti in Francia esiste un Jury de Deontologie Publicitaire(http://www.jdp-pub.org/) dove si puo' denunciare direttamente contro una pubblicità che si considera sessista, come spiega il sito femminista in questione.

    Sarà questo, aggiunto al Conseil Superieur de l'Audiovisuel(http://www.csa.fr/), e la Halde(Haute Autorité de Lutte contre les Discriminations et pour l'Egalité (http://www.halde.fr/)che fa si che in Francia non si vedono gli obrobri che ritrovo puntualmente quando ci torno?
    Ho citato gli esempi che conosco, e che nei limiti del possibile si puo' tentare di copiare anche da noi.
    Flavia Caso

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  16. Cara Lorella,

    mi scuso per l'off-topic, cancella pure questo commento se lo ritieni opportuno. Guarda cosa pubblica oggi il Corriere: dei calcoli portano alla conclusione che le Donne, ma cosa dico, le Femmine, sprecano in media un anno della propria vita per decidere come vestirsi. Seguito da raffica di prevedibili commenti dei lettori. Perdi tempo a vestirti? Sei frivola, vergognati. Non perdi tempo a vestirti? Sei una sciatta zozzona, vergognati. Qui il punto e' che ci si deve verognare in ogni caso. http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/09_luglio_09/dipasqua_donne_ricerca_tempo_vestirsi_bbb4f572-6c7b-11de-864b-00144f02aabc.shtml

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  17. questo mi sembra in tema, è sulla pagina di repubblica online. ho frequentato molto l'ambiente accademico e tra vizi e stravizi ho sempre sperato che fosse uno dei pochi antidoti alla barbarie dell'ITalia di oggi. evidentemente non ha retto. o forse sì, forse si riesce a intercettare un po' di sdegno in quell'ambiente lì di ragazze che stanno tanto su internete, hanno un po' di tempo a disposizione e spero per loro gli entusiasmi ancora intatti. continua così, Tiziana

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  18. scusate non sono riuscita ad appiccicare l'orrida notizia riprovo:

    Eroine-veline testimonial dell'università

    Polemica all'ateneo di Bologna per il manifesto pubblicitario: 4 ragazze con costumi da Wonderwoman e pose televisive da starlette di I. VENTURI / LE FOTO

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  19. ah cavolo sta scoppiando un casino:
    I contestati manifesti sono comparsi giorni fa a Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, che ospitano alcune facoltà distac­cate dell’ateneo bolognese. L'idea dei promotori (alcu­ni degli enti che sostengono l’attività delle sedi romagno­le) era quella di attirare nuo­ve matricole, offrendo, non si sa quanto consapevolmente, una sorta di «lato B» della cul­tura: quello, appunto, delle «Fantastiche 4». La cosa non poteva passare inosservata e, come ha ricostruito sul Corrie­re di Bologna Marina Amaduz­zi, la protesta è subito monta­ta tra docenti e addetti ai lavo­ri. Fino ad approdare, con tut­to il suo carico di ufficialità, al Senato accademico, che ha chiesto all’unanimità la sop­pressione della pubblicità: «È un messaggio che svilisce il la­voro che si fa in Romagna — dice la giurista Carla Faralli, portavoce della protesta —, con l'aggravante che sfrutta il prototipo delle veline, partico­larmente negativo in questo momento». «Un incidente di percorso», lo definisce il retto­re Calzolari, che individua in «un deficit di consultazione con l'Università» la causa del corto circuito. Incidente chiu­so? Macché. La questione pla­nerà in consiglio d'ammini­strazione. E si annuncia tem­pesta. I promotori delle «Fan­tastiche 4» respingono le ac­cuse: «Non c'è nulla di sessi­sta o volgare, si rappresenta­no le quattro città». Malissi­mo, secondo un creativo anti­conformista come Oliviero To­scani: «Idea provinciale: quel­le mutande nere, i cinturo­ni... ». Bocciati.

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  20. Uff volevo scrivere la mia ai "creativi" dei manifesti per l'università di Bologna ma non riesco ad accedere al loro sito: qualcuno conosce un eventuale indirizzo a cui spedire le mie sentite rimostranze?

    @anna: quello che fai è giustissimo, dovremmo organizzarci e firmarci in tanti, non importa se "nel nostro piccolo", purchè ci sia una voce contro che si leva nel frastuono dell'indifferenza

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  21. Vi è mai capitato di ascoltare/leggere frasi del genere: "Che culona grassona! Ma come si veste? Non potrebbe mettersi qualcosa d'altro così non m'infastidisce la vista?", pronuciate/scritte da donne?
    Siamo ancora lontane, mi spiace doverlo far notare, da una reale consapevolezza di almeno una percentuale rilevante delle donne di questo paese. La maggior parte è convinta che parlare male di un'altra donna descrivendone l'aspetto fisico "non appropriato" non sia un grande problema e non abbia ripercussioni. Io, invece dico che è proprio questo genere di donna che altera e contribuisce a sminuire il nostro esserci (non soltanto essere). Criticare in modo spietato le altre donne soltanto perché non corrispondono ai canoni di magrezza (stile, ecc.) voluti da questa società (mi raccomando, la ciccia stia ben dentro i pantaloni, guai a mostrare le "ciambelle" o mettersi la cintura in modo da evidenziare la pancia...) equivale a identificarsi esattamente con il punto di vista maschile.

    Allora, donna, cosa stai facendo? L'altra deve necessariamente corrispondere a ciò che tu ritieni essere la bellezza? Altrimenti rovina la tua vista (deprivata, secondo me totalmente, dalla mancanza di studi sulla storia dell'arte)? Ma non è, questo, uno dei motivi per cui non riusciremo mai a far capire chi siamo? Addirittura si fa il parallelo con le veline. Da una parte la velina, dall'altra la cicciona.

    Soltanto un 0,00000000000000000000001% della popolazione femminile italiana ha consapevolezza di sé. Le altre sembrano così libere, ma non si accorgono che sono schiave dei propri pregiudizi sul corpo delle altre donne e su ciò che dovrebbe essere (e come dovrebbe essere coperto).

    Mi vengono i brividi.

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  22. Ricordo Alessandra Bocchetti quando diceva, nei primi anni '90, che le donne potrebbero determinare le sorti economiche, e non solo, del Paese, se smettessero di acquistare quei prodotti commerciali la cui pubblicità le offende. A me sembra un'ottima idea, per dare una mano :-) al colpo di coda del patriarcato.
    Complimenti Lorella per il documentario. Questa mattina l'ho visionato abbastanza fluidamente, anche se talvolta si oscurava, ma bastava muovere il mouse per farlo riprendere da dove si era interrotto.
    Donatella

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  23. Adesso vi racconto cosa mi sucede ormai da qualche mese. Dunque, a causa di un grave lutto familiare (ho perso la mia mamma adorata), mi sono ammalata, per lo stress ed il dispiacere, di un leggero ipotiroidismo. Praticamente, in pochi mesi ho acquisito una taglia: dalla 42 - che ho sempre avuto - sono passata alla 44. Un aumento ponderale di qualche chilo, quindi, ma l'endocrinologo mi ha assicurato che il mio organismo sta reagendo bene alla cura che sto seguendo, che i valori si stanno stabilizzando e che, pertanto, nel giro di qualche mese dovrei dimagire. Bon. Puntualizzo un paio di cose:io non sono sconvolta per il fatto di essere un po' più piena. Anzi: finalmente ho un bel seno formoso e il viso, più pieno, è anche più bello. Certo, ho dovuto affrontare la spesa di qualche vestito nuovo, perchè alcuni capi nel mio armadio proprio non mi vanno più. Ma a esser sincera, ciò che più mi pesa della mia malattia non è tanto l'aumento ponderale (comunque, non eccessivo) quanto la fiacchezza, la stanchezza perenne, gli sbalzi d'umore, il sentirmi "fiacca" (ho 36 anni, non 96). Grazie alla cura, comunque, comincio a sentirmi meglio. Ebbene: alla luce di quanto vi ho appena raccontato, volete sapere come si sono comportate le donne intorno a me (vicine di casa, portinaia e colleghe di lavoro: mia soerella no, dato che lei è intelligente, a differenza loro)? Le quali, pur sapendo che ho subito un trauma, che mi sono ammalata, che mi sto curando...."ma come sei ingrassata...ma stai a dieta....sei incinta?". Gli uomini intorno a me (mio marito, in primis, amici e colleghi maschi), invece, non solo hanno avuto l'educazione e l'intelligenza di non offendermi in qs. modo,ma anzi, mi assicurano che sono più bella così, che l'essere più formosa mia dona, che il mio viso è bellissimo.Morale: quanto male sanno fare le donne alle donne perchè ossessionate dall'aspetto? Di chi è la colpa di tutto questo? è solo colpa della TV, perchè ci sono le soubrette? Non penso che sia questa la risposta. Se non impariamo a non essere pù fissate con il corpo, forse useremo di più il cervello, anche con le nostre simili. Scusate lo sfogo, me ho le palle piene.

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