sabato 11 luglio 2009

Ci piace di più il nostro, di modo di vivere


In Repubblica di oggi Serra evidenzia la frase più significativa espressa da Nanni Moretti nell’intervista rilasciata ieri “Mi piace più il mio, di modo di vivere”. Esprime, sostiene Serra, ”la certezza che si possa stare in una società di massa senza farsi troppo ricattare dalle mode, e condizionare dal terrore di essere in minoranza. Descrive esattamente il sentimento che è mancato a gran parte della sinistra italiana… L’orgoglio in overdose può essere letale… ma la sua mancanza trasforma in imbelli e in depressi.”




Di che cosa abbiamo paura? Chiediamo alla fine del documentario IL CORPO DELLE DONNE. La risposta non può essere solo una ma certo è che ci siamo fatte ricattare anche noi donne dal terrore di essere in minoranza, condizionate dalla moda che ci imponeva i suoi diktat da schiavisti, senza il giusto orgoglio che ha preservato Moretti, e dunque ridotte ad essere oggetti ad uso e consumo della società mercantile.

Ad uso e consumo del mercato sostengo, non degli uomini presi nella loro singolarità.

Gli uomini non ci vorrebbero oggetti a loro uso e consumo, non vorrebbero grechine e veline copie di personaggi web a loro volta copia di fantasie onanistiche che lasciano l’amaro in bocca.

Questa nostra tv italiana bene rappresenta il colpo di coda del patriarcato, sostiene Marina Terragni che mi intervista in Io Donna di oggi. E’ una tv totalmente in mano ad un pensiero misogino moribondo ma che non vuole morire e quindi cattivo e aggressivo, impaurito dall’enorme cambiamento che ci attende: un maschile che si esprima senza più donne da dominare.

Abbiamo una giustificazione noi donne al ricatto subito: usciamo da millenni di sottomissione e prima di dire con coraggio chi siamo, cosa sappiamo fare e come vorremmo farlo, dobbiamo imparare una dall’altra guardandoci e sostenendoci. Ci vuole tempo, pazienza e comprensione.

Gli uomini non ci vogliono grechine, ne sono convinta. E’ solo più facile credere di desiderare un oggettino, un soprammobile,anziché una donna interrogante che domanda di essere conosciuta e riconosciuta.

E quindi credo che stia oggi a noi donne accettare coraggiosamente il nostro percorso e proporre al mondo e agli uomini le nostre belle facce, la nostra idea di bellezza.

Lo dobbiamo a noi stesse innanzitutto.

Lo dobbiamo alle bambine e alle ragazze a cui è tempo di offrire nuovi modelli di femminile a cui ispirarsi.

37 commenti:

  1. Complienti per il blog e per il documentario.
    Sono perfettamente d'accordo con quanto detto sopra.
    Vediamo se riusciamo davvero a liberarci!

    Alessia

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  2. Lo dobbiamo alle bambine e alle ragazze a cui è tempo di offrire nuovi modelli di femminile a cui ispirarsi. questo pensavo di spiegare ai miei figli (un maschio e una femmina) riguardo alla pornografia fruibile su internet. oddio parlare di pornografia qui è uscire dal tema?
    complimenti Sig.ra Lorella, ha ragione, la sua faccia è bella!
    Claudio

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  3. Infatti, la questione orgoglio mi dà da pensare. CHi non si riconosce nelle suddette modo viene subito apostrofato con espressioni del tipo "ma chi ti credi di essere" ecc, in effetti questo è orgoglio, ma non una fierezza narcisistica, è la fierezza di chi guarda con distacco, non riconoscendovisi e vedendone le contraddioni, i cosiddetti "fenomeni di massa". Senza questo tipo di orgoglio, secondo me, si è come morti.

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  4. Da uomo, per quanto possa rappresentare solo me stesso, sottoscrivo in toto quanto scritto nel post. Grazie per tutto il lavoro che fate.


    d-K

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  5. Il terrore di essere una minoranza "fuori moda" c'è, eccome. Acnhe in coloro che cercano di perseguire in modo più accanito determinati scopi.
    In questo caso poi il tutto è ancora più marcato.
    Se smettessimo di pensare che
    soggetto giudice = uomo
    oggetto da giudicare = donna
    usciremmo da questa empasse.
    Certo, per distruggere dei modelli culturali e psicologici ci vuole tempo, molto tempo. Iniziamo!

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  6. Cara Lorella,

    concordo con lei per la gran parte ma ho un'obiezione. Non sono sicuro che gli uomini, in genere, non pensino e non desiderino la donna come grechina o come velina, o come un individua con cui ci si relaziona in modo asimmetrico e sbilanciato a favore dell'uomo. Non dico sempre, ma per la gran parte credo di si. E credo anche che il fatto che tra le donne tra i 19 e i 44 anni una delle prima cause di invalidità e morte sia la violenza maschile indica questa volontà dominatoria e paternalista e che vuole rendere eteronome le donne che, se non lo fanno, rischiano molto. Un colpo di coda del patriarcato, peraltro.
    Sento poi i dialoghi dei 'maschi' e, ti assicuro, per loro la donna, in genere, non ha de essere questo individuo emancipato, libero, proprietario del suo corpo e responsabile delle sue azioni.

    Ps. preciso che ho a che fare con persone laureate, che studiano all'università, etc... e questo rende le loro parole sulle donne ancora più agghiaccianti.
    Pps. complimenti per il documentario!
    Ppps. per chi auspica un ritorno del femminismo, credo che le femministe ci siano, ma che non gli sia dato spazio.

    buon proseguimento

    Fulvio

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  7. Problema:
    1. Ricatto? Ricatto vuol dire abiurare a una consapevolezza per paura. Una posizione decisamente ottimista: io ho lavorato nella indagine di istat violenza sulle donne in famiglia, e di ste consapevolezze non ve ne era traccia alcuna, per lo meno nella metà delle donne con cui ho parlato. POsto che un'ideologia diversa dalla nostra (tipo la stessa Terragni che io trovo non di rado un tantino medioevale) sia categorizzabile come non consapevolezza.
    2. Io avverto un problema invece ideologico, un problema culturale che non mette uomini contro donne, ma persone che vedono l'identità di genere in un modo vs persone che la vedono in un altro. E sarei anche tollerante se il gruppo di quelli e quelle (provate a parlare di stupri di branco con una signora di campagna, vedrai che rispostine edificanti...) maschilisti e maschiliste non fosse così egemonico. Ma siccome lo è' tocca partì de Kulturkampf.
    Buona Domenica

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  8. E' da un po' che rifletto su questo argomento. Poi stamattina ho trovato l'intervista su Io Donna e il riferimento al documentario: l'abbiamo guardato insieme, io e i miei genitori, e alla fine mio padre ha detto a mia madre: "Tu rimani comunque bellissima". E ho pensato al mio ragazzo, a cui non interessa il colore dell'ombretto, l'ampiezza della scollatura, l'altezza dei tacchi; lui guarda i miei occhi, se sono tristi, esaltati o annoiati; il mio sorriso.
    Io non ho paura.

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  9. Io quando leggo Lucia riprendo a sperare.

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  10. prima incomincia la lotta culturale , meno pèossibilità di progredire il modello di società ( compresa la tv e l'uso del corpo dela donna ) e quindi le adolescenti , iper erotizzata . Vedere il n 654 di D repubbblica di questa settimana disponibile anche online htt://periodici.repubblica.it/d

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  11. Cara Loredana,

    oggi ho visto il documentario che mi ha profondamente scioccato, non ci rendiamo conto di quanto la situazione della tv italiana sia grave fin quando non vediamo le immagini ricomposte in un'unica mostruosa serie.
    Da oggi farò più caso a certe cose provando sempre di più a non rendermene complice.

    Una curiosità mi è rimasta.
    Parlando di Cristina del Gf9 mi sembrava che lei non esprimesse un opinione negativa individuandola come donna, che pur ricorrendo alla chirurgia estetica, provasse "pigolando" a prendere posizione.
    Qual è la sua opinione a proposito?

    La ringrazio come uomo di aver fatto affiorare le ragioni di un fastidio sempre più frequente e di avermi indicato una via d'uscita, le auguro di poter continuare nella sua attività con sempre maggior successo e la ringrazio per ogni risposta potrà darmi,
    un caro saluto

    Lorenzo

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  12. scusami Lorella nella fretta ho scritto il nome sbagliato :)

    Lorenzo

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  13. Grazie per il documentario e per la speranza che lascia intravedere.

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  14. cara Lorella, farò del tuo bellissimo documentario oggetto di riflessione per le mie alunne ed alunni ma mi chiedo se nelle altre tv dei paesi occidentali accade la stessa cosa o è se si tratta di un fenomeno tipicamente italiano nato con la tv commerciale e la rincorsa all'audience...cmq gli effetti sono sotto gli occhi di tutti!!!
    grazie per i preziosi spunti di riflessione!!
    m,m.

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  15. ho visto il documentario e da allora seguo il tuo blog , cerco di diffonderlo il più possibile , grazie.

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  16. Ho sempre avuto questo genere di idee, sono contenta che finalmente ci sia qualcuno che le racconta a più persone possibile.

    Spero solo che “Mi piace più il mio, di modo di vivere”, non rimanga a lungo l'UNICO (pur valido) motto possibile per sopravvivere da non-allineati.



    Purtroppo, nel frattempo, intere generazioni di bambini, bambine e adolescenti sono cresciute vedendo PER LO PIU' veline che ancheggiano felici, padri che elogiano la perfezione della velina, la zia che si fa le iniezioni di botulino per non farsi vedere vecchia, la madre che va in palestra per non avere 1 kg in più rispetto al peso ideato, ops, ideale che invece la velina ha.

    (chiaramente non mi sto scagliando contro le veline :DD VELINA sta ad indicare un intero mondo costruito, finto, prestabilito.)

    Le prossime due generazioni vivranno una situazione ancora più asfissiante della nostra?

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  17. Credo altresì che le donne debbano fare un grande sforzo, per uscire esse stesse nella logica misogina in cui sono entrate a seguito della forte emancipazione conquistata. Si, perché diciamocelo, tante donne oggi credono nel potere come forma di assoggettamento, si trasformano in duri giudici che calpestano i diritti degli uomini di essere uomini, con aggressività, mostrandogli il corpo come fosse un oggetto, buttandoglisi addosso con pretese da squalo. Donne deboli in realtà, vittime di fraintendimenti. Che non vanno sottovalutate perché sono moltissime. La chiave sarà proprio nel riportare all'equilibrio il rapporto femminile-maschile, in un gioco di ruoli stabiliti dalla natura. Nessuno è superiore, entrambi sono sottomessi all'altro in modi diversi.

    Vi leggo sempre con interesse.

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  18. Cara Lorella, cosa pensi della campagna pubblicitaria "Fantastiche 4" sulle sedi staccate dell'università di Bologna?
    Francesca

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  19. sono costretta mio malgrado a dissentire. molti uomini non ci vorrebbero come decorativi soprammobili, hai ragione, ma non tutti. c'e' un maschile rabbioso e prepotente, nella nostra cultura. me ne sono accorta meglio quando ho traslocato all'estero e ho potuto "abbassare la guardia", interrompere la difesa sempre attiva - al mio diritto di essere dotata di opinione e tacchi allo stesso tempo - cui mi aveva abituato il nostro Nord.
    mi pare piu' consapevole sapere che stiamo cercando di portare avanti una vera e propria rivoluzione culturale, invece che fingere che le nostre idee e principi siano gia' condivisi da tutti e si tratti solo di farle venire allo scoperto nello specchio della tv. si tratta di portare a molte persone il messaggio che certi sottintesi, pregiudizi, schemi sociali, non sono sani e creano disvalore. ma non sara' facile convincerli a rinunciare alla comodita' di una donna incapace di obiettare e dalla bellezza prevedibile.

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  20. "[...] nel riportare all'equilibrio il raporto femminile-maschile in un gioco di ruoli stabiliti dalla natura. [...] entrambi sono sottomessi all'altro in modi diversi."

    Questo pensiero esprime bene la logica del domino. Ma soprattutto riflette quello che ho sempre pensato, in fin dei conti la donna vuole essere interpretata secondo natura.
    Ma che razza di discorso è? Anni di lotte e ancora si parla di gioco di ruoli? di sottomissione? Ma stiamo scherzando, per la miseria ladra.
    Diamine. Io non mi riconosco per niente nel tuo discorso. Facciamola finita con sottomissione ruoli e natura, cavolo.

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  21. @lucia
    @lucia
    L'immagine di te che guardi il ns video con i tuoi genitori e la frase che tuo padre dice a tua madre...ci ha commosso, veramente.
    Tu non hai paura e tu ci dai dunque l'energia di portare avanti questo lavoro.
    Fatti sentire ancora.

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  22. @lorenzo
    in effetti Cristina è un caso interessante.
    Sente che fare la donna oggetto non le basta e quindi si definisce una ragazza "con le palle".
    E' un nuovo modello che si sta imponendo

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  23. @paola
    hai ragione.
    Io credo che qs rabbia verso il femminile che tu giustamente rilevi sia proprio il colpo di coda del patriarcato morente.
    Verso questi uomini cìè poco da fare, io credo.
    Molto invece si può fare verso i ragazzi e i giovani che si stanno facendo una idea del femminile mentre crescono.

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  24. Ciao Lorella, stamattina il primo articolo che ho letto è questo, te lo allego, anche se probabilmente l'avrai già letto. è uno spiraglio di speranza, oltretutto si conclude con la frase di anna magnani che citi anche tu. adesso vado a leggermi la tua intervista. Ma sono d'accordo con te: un'altra immagine (idea) di donna deve essere possibile, lo devo anche alla mia bambina. buon lavoro. Lucia


    da repubblica di ALESSANDRA RETICO

    Kate Winslet
    L'ULTIMO tabù se non cade almeno traballa: evviva le rughe. Le facce vere, i segni del tempo, le grinze della vita. Basta con tutta questa finzione, diciamo no a bisturi e ritocchi. Invecchiare si può. Raquel Weisz, 38 anni portati assai bene, nell'ultimo numero del britannico Harper's Bazaar dice: "Il botox dovrebbe essere vietato agli attori, come gli steroidi agli sportivi".

    Perché donne siamo, mica bambole, non più ragazzine, finalmente adulte. E non se ne può più di fare quelle giovani a ogni costo ("e a che prezzi!"). La questione veniva discussa in silenzio tra amiche esauste di cremine e punturine. Ma poi vai a fare il coming out. Ce ne vuole. Il coraggio per denunciare l'ossessione di cui liberarsi l'ha preso l'attrice premio Oscar per The Constant Gardener, che attacca fieramente il botulino, lo spiana-pelle che solo negli Stati Uniti nel 2008 ha lisciato il viso a cinque milioni di persone, una crescita di otto punti percentuali in un anno. Si rimanda il bisturi, eventualmente, ma la fiala si spreme adesso. Alla faccia della crisi.

    L'uscita della Weisz si spiega con ragioni professionali: "Recitare consiste nell'essere espressivi". Non come Nicole Kidman, angelica oltre l'erosione delle stagioni ormai, il cui viso ha subìto dure accuse per la sua paralisi emotiva, cinematograficamente parlando. Un critico americano, recensendo Australia, scrisse: "Il regista Baz Luhrmann con le mandrie fa miracoli, ma non gli riesce di far muovere la fronte della Kidman".

    La maltrattata zampa di gallina ora rivendica i suoi diritti. Non è solo una ferita, ma l'attestazione dell'esperienza. La ruga revanscista ha come testimonial Kate Winslet ("Voglio parlare con la mia faccia"), mentre Cate Blanchett (39 anni) e Sarah Jessica Parker (43) impugnano eticamente la faccenda dichiarandosi ferree avversarie del botox, per principio. Il movimento conta su testimonianze di pentite della puntura come Jennifer Aniston e su progetti come quelli di Penélope Cruz: "Quando mi guarderò allo specchio a 80 anni vorrò vedere una 80enne, con ogni ruga che racconterà una storia". Di anni ne ha 35, c'è tempo. Emma Thompson è più prossima alla data: "Che c'è di male se ho 50 anni?".

    Forse niente, nonostante il giovanilismo sfrenato di quest'epoca e chissà, magari a causa sua: la mistica del corpo bello e infinito stanca. E poi alla fine comunque si invecchia, e potrebbe persino essere un bel momento quello. In una recente ricerca di Gfk Eurisko per Lancaster sulle italiane 30-64enni proprio questo veniva fuori, che il 21% delle 45-54enni se ne preoccupa poco delle rughe e sempre meno con l'avanzare dell'età (15 per cento per le 55-64enni). "Mentre le ragazze iniziano presto, "preventivamente" a rifarsi, le più grandi si accettano sempre di più: invecchiare è per loro maturare" spiega Enzo Berardesca, direttore di Dermatologia clinica dell'Istituto dermatologico San Gallicano di Roma. L'anima non è un abracadabra, lo diceva Hitchcock: "Non c'è miglior effetto speciale di un primo piano del viso". E lo sapeva la Magnani, che al truccatore intimava: "Le rughe non coprirle che ci ho messo una vita a farmele venire". Bellissima.

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  25. ciao lorella, ti seguo e ti ho già scritto un paio di volte, sono d'accordo con te: una nuova immagine (idea, sostanza) di donna deve essere possibile. E' un impegno per me, anche perché ho una figlia di 10 anni. Stamattina però ti scrivo perché la prima cosa che ho letto è un articolo de la repubblica: "la rivincita delle rughe. niente botox alle attrici" che si chiude con la frase della magnani che citi anche tu nel tuo video. Mi sembra, finalmente, una bella notizia. Buon lavoro. lucia

    http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/attrici-botox/attrici-botox/attrici-botox.html?ref=hpspr1

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  26. Sono esattamente d'accordo che gli uomini non vogliono grechine e veline (lo dico da uomo), o meglio: nella maggior parte dei casi credono di volerle perché condizionati quanto le donne: un po' come certi animali che non escono dalla gabbia spalancata perché ci hanno passato tutta la vita e hanno paura di ciò che è fuori.
    Non sono invece d'accordo sul fatto che questo sia un colpo di coda del patriarcato, che mi pare piuttosto energico e lontano dal declino.
    Il fatto che alcuni di noi uomini si stiano sensibilizzando alle tematiche femministe è un passo avanti, ma il patriarcato (e quindi il maschilismo) si basa anche su tutta una serie di altre cose: guerra e violenza, prima di tutto, che come sappiamo dominano la vita politica internazionale con conseguenze paradossali: la parità dei sessi è avere donne che uccidono e torturano come se non peggio degli uomini (vedi Abu Ghraib).
    A me pare che oggi per le donne l'alternativa sia essere una velina o comportarsi come gli uomini, cioè sottomettere, fare la guerra, arrivare ai vertici e dominare: una finta parità dei sessi che rafforza la struttura patriarcale della nostra società.

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  27. Aggiungo, dopo aver letto l'intervista su Io Donna.
    Una breve Storia.

    Cosa significa conoscere da dentro una ragazza in vendita.

    Una nuova collega ventiseienne è stata assunta in ufficio. Aveva un viso molto bello e fiero, la tipica fierezza delle donne del sud incastonata fra lunghi capelli corvini. Il suo corpo, flessuoso, un seno prorompente che metteva sempre in mostra con magliettine attillate e scollate. Passeggiava in ufficio ancheggiando accentuatamente con i jeans strettissimi sui glutei, provocando di continuo risolini e sguardi ammaliati di tutti i colleghi. I colleghi, pensa, si sono addirittura iscritti in palestra per andare a vedere "le sue tette che ballavano sul tapis roulant". Non hanno mai risparmiato le battute sessuali su di lei, facendole anche davanti a lei, sia i colleghi che i capi, e ogni volta lei sembrava gioire di godere di tutta quella attenzione. Io dentro di me pensavo, "ma non ti senti male?"
    Quando doveva chiedere a un collega un favore, si piegava tutta, tendendo le labbra e mettendo il seno bene in mostra con sorrisi e carezze particolari. Mi ripeteva ogni giorno che avrebbe dovuto fare la velina, così sarebbe stata più felice, invece di dover lavorare. Diceva a me che mi vestivo "da vecchia" perché porto abiti accollati. Cercava in ogni istante l'attenzione altrui, e aveva un grave problema di comunicazione con le donne dell'ufficio, che cercava di compiacere con continui falsi complimenti. Non credo di aver mai sentito uscire dalla sua bocca una verità, tutto ciò che la circondava era finto, costruito, piegato alla cieca volontà di piacere e ottenere un qualche risultato. Ripeteva di continuo di essere forte e molto furba, non diceva altro che menzogne su ogni cosa. Ai colleghi però piaceva molto, così tanto che la cercavano di continuo e il gruppo si era consolidato con lei come reginetta che si sedeva in braccio ai maschi sempre più spesso. Un giorno uscì dall'ufficio del capo dicendomi che andava tutto molto bene. Il giorno dopo fu licenziata perché era, di fatto, incompetente e incapace di ammettere qualsivoglia errore. Un giorno, è scomparsa. Mi ha fatto sempre una pena infinita, quella figura fiera piegata sotto una logica di compiacimento che si era fatta più grande di lei e l'aveva mangiata. Il punto però era che una così, non la puoi compatire. E' aggressiva, se cerchi di parlare di lei non risponderà mai se non con bugie, su bugie, e andrà avanti per quel cammino, bruciando terra e speranza di altre donne sotto le ali del suo dolore. Aggredendo di continuo le donne semplici, guardandole dall'alto in basso del suo inferno in plexiglass. Non ci sono salvezze per lei, non c'è altro che la ricchezza e il successo, le tette finte e la TV. Queste sono donne rovinate, da cui guardarsi e da cui apprendere cosa sta succedendo nella società.

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  28. @bottegasonora bel commento... mi dispiace per i ragazzi che non riescono a uscire dalla gabbia pur sapendo bene, dentro di sé, che per essere felici e godersela non c'è sempre bisogno di una bella barbie. :)

    @Lucia (o meglio all'autrice dell'articolo che riporti) ho letto tutto (grazie!), ma l'inizio stona: l'ultimo tabù è la percentuale di massa grassa sui fianchi... ;) non credi? :D
    Kate Winslet ed Emma Thompson risultano splendide sia nelle loro battute reali che in quelle dei loro film: wow! Le ammiro sempre più :)

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  29. La sessualizzazione dirompante e precoce è l'effetto del marketing con conseguente svilimento del corpo femminile (http://dweb.repubblica.it/dettaglio/sexy-troppo-presto/60873?page=1). E parte dagli Stati Uniti. Non ne avevo dubbi. A ribadirlo è l'American Psychological Association (http://www.apa.org/pi/wpo/sexualization_report_summary.pdf). Non è solo colpa del nostro retaggio culturale. Anzi. Noi avevamo la Magnani....
    Elisa da Roma

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  30. A proposito...sapete che negli USA esiste un programma "diventa la migliore amica di Paris Hilton"? è visibile anche su MTV italia. il programma consiste in una serie di prove da superare per aggiudicarsi l'ambito titolo di migliore amica di Paris, come frequentare locali very very vip a Los Angeles, vestirsi sexy e provocante, sentirti a tuo agio con 1000 telecamere puntate addosso tutto il giorno; fare finta di essere felice nel salutare tutte le altre concorrenti del programma; ammiccare in modo provocatorio a tutti i partecipanti al "party", rimorchiare il più possibile.
    Io ho vissuto 15 mesi a NY per motivi di studio e lavoro, dal 2007 a tutto il 2008....facevano proprio così. quello che vedevo non era finzione. era reale. le persone vivevano tutte in un grande fratello REALE. non ci crederei nemmeno io se non lo avessi visto. ieri vedendo alla tv quel programma mi sentivo a NY, nella vita REALE.
    Elisa da Roma

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  31. @Layla: grazie. Il problema è il condizionamento. Se cresci bombardata di messaggi che ti inducono a vedere il mondo in un certo modo, puoi trovare una strada diversa solo se ne hai la forza e la possibilità.
    Forse dobbiamo cominciare ad interrogarci su quanto sia importante il livello culturale medio per realizzare una profonda trasformazione sociale.
    Certo è molto importante parlare e diffondere le idee: per questo sono qui e continuo a fare pubblicità al documentario.

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  32. Ho immaginato una scena del genere:

    una coppia davanti al televisore dopo cena.
    Silvia sta guardando un quiz a premi popolato da giovani valletti/ballerini/velini poco vestiti e sorridenti che vengono inquadrati in primissimo piano in pose provocanti; Luca la raggiunge (magari dopo aver lavato i piatti :-P ) sul divano e insieme guardano lo show. A volte Luca fa un commento sul fisico di uno dei ragazzi (ha il culo piatto, pochi pettorali, le gambe storte, quello che sia), Silvia può rispondere oppure no, insieme continuano la visione del programma, in cui i "valletti" vengono colti a intervalli regolari (per non dire ossessivamente) da inquadrature ammiccanti, che indugiano su certe parti del corpo (tipo natiche o petto o "pacco", che ne so... ). Il tutto senza suscitare nessuna reazione di fastidio da parte di Luca.

    Quanti di voi riescono a immaginare questa scena senza trovarvi nulla di strano?

    PS
    Aggiungiamoci anche che il figlioletto di Silvia e Luca se ne sta tranqullo lì vicino - forse gioca con un Ken, lo veste e lo mette in posa nella Palestra di Ken (TM) che i genitori gli hanno comprato...?

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  33. Ho fatto vedere il documentario al mio ragazzo, persona intelligente e sensibile, di sicuro non un maschilista o un superficiale visto e considerato che prima di accorgersi del mio aspetto si è innamorato di me. Ha aspettato di vedermi per parlarne di persona e mi ha detto che questo documentario faceva luce su di un problema che effettivamente non aveva considerato. Entrambi, come i nostri amici, non conosciamo la televisione di massa. Selezioniamo sempre i programmi da guardare o i film in base ai nostri interessi e se non c'è niente si spenge la tv, quindi ci siamo risparmiati tante schifezze. Eppure di certe veline o attricette si viene sempre a sapere qualcosa in maniera trasversale(basta cambiare canale durante la pubblicità o negli speciali di un Tg). Tornando sul discorso, il mio fidanzato ha constatato che, effettivamente, per un uomo è difficile guardare queste immagini e pensare a come potrebbe reagire una donna, si tratta proprio di messaggi rivolti all'uomo e quindi da parte loro una reazione puo' scattare solo in un secondo momento. Penso che lo girerò anche ad altri uomini che conosco per sentire la loro reazione e di alcuni posso già indovinare, mentre da parte di tante amiche so già che avrò la solita risposta "sì è vero, ma io non so cosa darei per essere come loro". Purtroppo tante giovani intelligenti e preparate vivono costantemente con questi complessi d'inferiorità e questo dispiace. Perchè non ce lo meritiamo, i veri problemi sono altri, e non possiamo farci condizionarene la vita da queste insicurezze. Anch'io ad esempio, mi sto sforzando negli ultimi anni a considerarmi per quello che sono. Mi vedo bella ogni giorno di più, perchè tratto bene il mio corpo(ginnastica, cibo sano)solo per una questione di salute e non per assomigliare alle donnine della tv. So di piacere alla persona che amo e questo mi basta.

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  34. Complimenti! L'altra sera al mio kebab shop di fiducia, ho visto 10 minuti di un quiz (su canale 5 mi pare) e ho quasi inghiottito un falafel intero quando ho visto una certa ragazza che saliva sulla scale in bikini con una telecamera che ripredeva la sue parte più intime. Roba da ginecologo. Alle 8 la sera. Guardo poco la televisione ma adesso mi rendo conto più che mai che c'è DA VERGOGNARSI VERAMENTE!!
    Basta con programmi che fanno sudare i ragazzi quindicenni. E' anche vero quello che viene detto nel documentario, che noi donne spesso guardiamo e giudichiamo noi stesse con occhi 'maschili'. We are our own worst enemies. (troppo difficile tradurre questa dalla mia lingua madre - sono Inglese ma abito in Italia da 10 anni)
    La mia domanda però e che cosa possiamo fare? Va bene che siamo tutti d'accordo sulla rappresentazione delle donne in TV - ma se voglio cambiare la situazione?? Che cosa posso fare?? Pure 'Io Donna' ha messo l'intervista su pagina 55, fra l'altro, accanto ad una pubblicità per una crema depilatoria che raffigura una bella donna abbronzata con gambe lunghe 3m.
    Aiuto!
    Melissa

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  35. cambio argomento, anche se sempre di modelli alternativi si tratta. l'ultimo post della Lipperini riporta un articolo di Annamaria Testa sulla campagna ministeriale di promozione della lettura, che v'invito a leggere:
    http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2009/07/15/passaparola/ (lo trovate anche nell'apposito link in questo blog).

    una volta valutata la discutibile efficacia della campagna italiana, o delle campagne d'incoraggiamento alla lettura in generale, facciamo un ulteriore essercizio: guardiamo più volte i vari spot, e analizziamo quello italiano. andiamo in cerca dei significati impliciti in certe scelte, dai colori ai vestiti, dall'ambiente ai ruoli dei personaggi. facciamo attenzione ai dettagli. ci sono un'infinità di messaggi nascosti in quei pochi secondi di durata. sicuramente non è paragonabile alle coscie-prosciutto o alle riprese vaginali, ma è ora di liberarsi da certi clichè, è ora di smetterla di proporre sempre le stesse scene (è il minimo da chiedere a una campagna istituzionale!).

    eccovi due spot “stranieri”:
    http://www.youtube.com/watch?v=Q-ehYulpCB0&NR=1
    http://www.youtube.com/watch?v=goknUFbF20o&hl=it
    http://www.youtube.com/watch?v=QuWWWrWCQZg
    occhio: non sono perfetti (alcuni meno di altri: vedi varietà somatiche dei bambini dello spot del governo americano...). eppure sono ad anni luce per quanto riguarda lo stile da questo:
    http://www.governo.it/GovernoInforma/Multimedia/dettaglio.asp?d=47623

    la tv può servire a proporre delle alternative. la prova è che in altri paesi si fa (altri governi, altre istituzioni, altre agenzie pubblicitarie lo fanno).

    irene
    ps. avete trovato la mamma che legge il giornale? questo oggetto-gesto, insieme alla sua schiena (e non la scollatura) sono gli elementi attraverso i quali viene rappresentata.

    RispondiElimina
  36. Spendo un'unica parola perchè gli altri le hanno già dette tutte:

    BELLO

    RispondiElimina

 
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