martedì 12 maggio 2009

Essere femministe

Accade che dopo gli incontri in cui presentiamo IL CORPO DELLE DONNE, e dopo la trasmissione dell'Infedele da Gad Lerner, molte donne e anche qualche uomo, mi si avvicini e mi dica: “ Ma sa che lei non sembra femminista a guardarla?” o “ Meno male, lei parla di donne ma non sembra una femminista”.

Negli ultimi anni si è data spesso una connotazione negativa al termine femminista.

“Femminista”, mi diceva una ragazza giorni fa,” è una donna oggi vecchia ma ancora arrabbiata. Le femministe hanno fatto tanto per noi donne. Però erano contro gli uomini. Invece noi no. Noi agli uomini vogliamo piacere. E il contesto di oggi è migliore, non è più quello degli anni 70” .

Anche le ragazze della tv vogliono piacere, un piacere che assomiglia a una resa, piacere abdicando a chiederci come noi vorremmo piacere e non scegliendo di piacere come il mercato o la tv ci chiede di essere.

E’ in fondo quello che diceva Alba Parietti durante la trasmissione di Gad Lerner lunedi 4 maggio “mi sottopongo alla chirurgia perché voglio continuare a piacere e a piacermi”.

E’ un desiderio condivisibile quello di continuare a piacere, anche invecchiando. Però vorremmo poterlo fare a modo nostro.

Abbiamo invece introiettato lo sguardo maschile a tal punto, o quello che noi presumiamo essere lo sguardo maschile, sino ad avere perso la capacità di riconoscere i nostri desideri più profondi e veri, quelli da cui partire per piacerci al di là delle richieste del mercato.

Perché è avvenuto?

Perché questa assoggettamento al mercato?

Perché questa omologazione?

Perché è più facile, verrebbe da rispondere. Perché è molto meno faticoso conformarsi che proporre un modo autenticamente nostro.

“Se vi riconoscerete, vi riconosceranno” mi diceva Enrico Ghezzi la scorsa domenica, citando S.Tommaso durante una presentazione de IL CORPO DELLE DONNE a Genova.

E attendono solo di riconoscerci i molti uomini che scrivono il loro sdegno verso le immagini de IL CORPO DELLE DONNE, ci tengono a dissociarsi, a dichiarare il loro essere al nostro fianco.

Siamo rimaste troppo sole negli ultimi anni. Abbiamo creduto di potere fare a meno del confronto con le altre donne, ritenendo erroneamente che i diritti ed il rispetto fossero ormai acquisiti

Ecco, essere femministe aveva e potrebbe ancora avere il bellissimo scopo di creare dei luoghi di “riconoscimento”, dove la conoscenza di sé avvenga anche attraverso l’incontro con l’altra.

30 commenti:

  1. Ho visto Il corpo delle donne.
    bello.
    grazie.
    ciao.
    paolo

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  2. Complimenti per il documentario, mi é piaciuto tantissimo e mi ha dato la possibilitá di dare un'occhiata a cosa succede nella TV italiana.
    Non vivo piú in Italia e non me ne dispiaccio troppo...forse anche per questa decadenza di valori fondamentali come il buon senso,il rispetto per il nostro corpo e la nostra mente, il rispetto per il significato del passare degli anni e chi piú ne ha piú ne metta!
    Cmq, well done:)

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  3. cara Lorella, non mi sembra vero poter sentire in questi giorni tutte queste voci di donne (ma non solo) finalmente unite nel bisogno urgente di cambiamento.
    Ho pensato molto anch'io a come si è arrivati fin qui, al "perché è avvenuto".
    Riporto qui parte di una risposta data sul mio blog a chi chiedeva: "vi aspettate che le cose cambino?", sperando di non rubarti troppo spazio.
    "...sul finire dei '70 c'era ancora il femminismo e molte ragazze vestite in modo poco femminile. Ricordo benissimo che ad un certo punto iniziai a notare un cambiamento: a scuola anche le fanciulle più impegnate osarono le prime minigonne e il trucco, e all'inizio in questo c'era un senso quasi di trasgressione.
    E in effetti era veramente trasgressione di un ordine costituito.
    Ho ancora il ritaglio di un "Lei-glamour" del 1980 (che allora era una rivista molto intelligente e ben scritta) in cui si diceva che per la prima volta le femministe ammettevano - quasi vergognandosene, si intuiva - che "non c'è niente di male a voler essere sexy e ben vestite".
    Insomma c'era un bisogno naturale, dopo tanta "mortificazione della carne", di volersi riscoprire donne. Purtroppo poi il tutto è degenerato come sappiamo, parallelamente al Riflusso e all'ascesa di certi personaggi (e molta industria, cosmetica e chirurgica) che lo hanno saputo sfruttare alla perfezione.
    Non sarà facile un cambiamento, soprattutto perché chi ha in mano il potere agisce sugli istinti più elementari, che sono la leva più potente e manipolabile.
    Però: così come fu un bisogno delle donne quello di riscoprire la femminilità dopo un periodo in cui era stata messa in secondo piano, così forse adesso le donne potrebbero sentire il bisogno di riacquistare dignità. E così potrebbe iniziare a muoversi qualcosa, e basterebbe forse qualche altra scintilla di anelito al cambiamento sociale...
    forse sto sognando ma non intendo smettere, d'altra parte sono una devota del grande Eraclito, quindi mi aspetto davvero che prima o poi qualcosa cambi..."

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  4. Ho guardato parte del documento Il corpo delle donne. Sono un uomo. Mi sento avvilito. Quello che rappresentate nel documento non mi era sfuggito, assieme ad altri messaggi neppure più tanto subliminali che ci arrivano tutti i giorni, ma vederlo per così dire "concentrato" è atroce. Da dove si parte per cercare di rimettere le cose in un altro modo? Grazie.

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  5. ho visto il video, e vedo come me molte altre blogger che contribuiscono alla sua diffusione, perchè sembra esserci un comune sentire nel riappropriarsi del poprio "femminile/femminista", anche se altrettanto vero che femminista continua ad avere una risonanza negativa, seccata, sardonica ...
    gli incontri che faccio nella blogosfera dice che quell'incontro c'è, e viene cercato e ricostruito. non ha ancora luoghi e nomi precisi, ma di sicuro risponde alla ricerca di identità scelte e non copiate ...
    ciao e cmq grazie....

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  6. Ciao Lorella.
    Oggi ho trovato un articolo su tgcom dove il giornalista utilizzava il termine : ossessivamente femminista,come dire che essere femministe è un ossessione infondata. roba da matti! in Italia pare sia normale umiliare le donne e una donna che si ribella viene etchettata negativamente. Oggi la femminista è associata alla donna brutta, acida e frigida, baffuta, solo xke i modelli televisivi ritengono che la donna bella deve servirsi all'uomo e al suo piacere. Saluti da una femminista.


    Posso darti un consiglio?
    Sarebbe bello presentare il documentario nelle scuole e iniziare a liberare i ragazzi dalla schiavitu' e dittatura delle veline?
    come ti sembra.

    baci
    rosa

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  7. molto carino
    anche se secondo me è un progetto che dovrebbe andare avanti e provare a trovare le risposte a tutti i quesiti che vengono posti durante il documentario
    un vero peccato che sia disponibile solo per il pubblico di internet
    bravi

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  8. Buongiorno, ho visto con molto interesse il documentario di cui sono venuta a conoscenza grazie a l'infedele. L'ho trovato molto interessante ma ascoltando i commenti che sono stati fatti durante la puntata di Gad Lerner e raccogliendo un po di opinioni tra gli amici mi sono resa conto che è un prodotto destinato agli/alle addette ai lavori, a chi ha già una coscienza e una conoscenza della condizione femminile e del pensiero femminista (di cui si ha scarsissima conoscenza e che è vittima di pregiudizi e semplificazioni assurde). La maggior parte delle persone fatica a rendersi conto che dietro a certe espressioni e certi comportamenti esiste e si veicolano messaggi sessisti e l'impossibilità di considerarte la donna Altro rispetto all'uomo. Sono molto preoccupata per l'indifferenza che la nostra società dimostra nei confronti del sessismo e penso che il vostro documentario sia un contributo importante nel tentativo d modificare la cultura dominante. Grazie,
    Carla

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  9. So che chi dice di sapere tutto sta spesso antipatico, ma credo di avere una potente chiave di lettura del fenomeno di mercificazione televisiva del "corpo delle donne". E' semplice e tautologico: il denaro. Per secoli, il denaro lo si poteva ottenere solo con inaudita violenza, anche fisica; a parte alcune figure femminili che si sono distinte per comportamenti disdicevoli al pari delle loro controparti maschili, la violenza è stata appannaggio maschile fino all'era moderna. Questo ha consentito ai maschi, mediamente, di detenere più denaro, capitale poi moltiplicato nell'era moderna. Di recente, il denaro è diventato (o è rimasto) l'unico metro per misurare le qualità di un essere umano. La televisione ha contribuito molto a questo, perché chi ha detenuto la televisione basava la propria visione del mondo su questo metro.

    Se passa l'idea che il denaro è tutto, e se si parte da una situazione iniziale in cui il denaro è detenuto da un gruppo sociale ben definito, si avranno un numero sufficientemente alto di elementi degli altri gruppi sociali disposti a tutto per ottenerlo. Questo succede nelle società con una sperequazione economica tanto forte da indurre le persone a vendere parti del proprio corpo. Quando i gruppi sociali coincidono con i sessi, come è avvenuto nella nostra società, assistiamo al fenomeno della vendita del sesso. Se poi la strada per ottenere il denaro è relativamente agevole, e se vengono rimossi i vincoli sociali (morale, pudore, amor proprio), e sostituiti dall'unico metro del denaro, il gioco è fatto. Rifarsi il naso e uscire col direttore di produzione è assai meno avvilente che vendere un rene. Se alla fine del processo vieni pure AMMIRATA per ciò che hai fatto, per come ci sei riuscita... ecco che la mutazione sociale è totale.

    Cambiando l'ordine dei sessi, il risultato non cambia: guardate il caso della Trump e del suo subrette dell'Isola. Se all'inizio dell'epoca della comunicazione il denaro fosse stato allocato prevalentemente in mani femminili, avremmo esattamente la stessa situazione ribaltata per sesso.

    L'unica speranza di evolvere in una civiltà realmente accettabile è depotenziare il ruolo del denaro, ora rimasto metro unico e insindacabile della qualità di una persona, per volere di chi il denaro lo deteneva e col consenso ignorante di chi questa situazione l'ha subìta.

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  10. un aneddoto per far capire
    vivo da anni all' estero e adesso quando torno in Italia la gente mi scambia per straniera,
    sconcertata ho cominciato a riflettere e ho capito il perchè
    non ho il look della donna italiana
    alias non rispondo al modello

    da anni provo a dare una risposta "perchè non ci si ribella" così chiude il documentario
    non ci si ribella perchè non si ha il tempo di farlo schiacciate come siamo nell'impresa impossibile di conciliare tutto senza sentirsi in colpa
    schiacciate da una pressione sociale che dice devi essere conforme
    schiacciate da un modello che esalta bellezza e potere
    schiacciate dal peso di una tradizione cattolica
    schiacciate dalla televisione
    schiacciate dall'ignoranza
    schiacciate infine dalla mancanza di fiducia in noi come persone

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  11. comunque le strade sono piene di donne e ragazzine davvero piccole che imitano le loro simili della televisione.ho visto signore camminare su improbabili trampoli trasparenti mentre si muovevano tra gli scaffali del supermercato e lolite vestite da dicoteca andare a scuola...secondo me noi donne abbiamo perso prima di tutto il buon senso, la televisione ci ha rovinato il cervello e anche certa stampa non miliora la situazione. personalmente mi sono sempre ribellata cercando di anteporre il mio gusto personale alla moda (a volte beccandomi pure della vecchietta a soli 25 anni!!!)ma vedo anche tante ragazze dotate di un bel cervello che prefersicono rinnegare se stesse e seguire la strada più facile ossia mercificazione del proprio corpo.e tutto ciò è molto triste.laura

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  12. Ciao Lorella,
    un ottimo, ottimo lavoro su un tema davvero complicato da trattare. Coinvolge sistemi di valori, criteri estetici, modo di raccontare, raccontarsi, percepirsi, essere. Identità e immaginario. Penso che sia importante che il messaggio giri e coinvolga le donne che lavorano nel sistema dei media. E che questo avvii una riflessione di tutte.

    Provo a dare un contributo in http://www.nuovoeutile.it/
    Un caro saluto
    Annamaria

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  13. Che gioia trovare questo blog!
    Ho visto per ora il documentario,
    poi con calma leggerò il resto.
    Che dire!
    Vi faccio i complimenti e vi mando tutto il supporto morale!
    Ve lo manda un uomo che solo dopo essere diventato indipendente ha potuto gettare la TV fuori di casa! Chiaramente non è l'unico media ad essere deviato, ma forse è il più potente in quanto non permette di scegliere.
    I danni di questo lavaggio del cervello non sono solo nelle donne purtroppo, ma anche negli uomini che reprimono i loro sentimenti e vivono una sessualità deformata.
    Come dire: rischiamo di diventare una società di prostitute e di stupratori...

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  14. Il documentario è bellissimo, davvero. Molti complimenti. Esiste un'edizione acquistabile in dvd?
    Devo dire che è anche consolante trovare qualcun altro che pensa cose che, se si guarda troppa televisione, si finisce per temere di essere i soli a pensare.
    Non solo i pensieri che svolgi sono desueti tra i maschi (che essendo in un certo senso i "beneficiari" dell'uso strumentale del corpo femminile nei media, possono non avere un particolare desiderio di approfondire quanto questo uso sia problematico) ma la cosa che più stupisce e che sembra davvero inverosimile è vedere quanto lo siano anche tra le donne. Fa davvero male, e lo dico da maschio che ama da morire le donne e il simbolico femminile e proprio per questo sente il suo oggetto d'amore tradito da questa degradante rappresentazione, che a volte fa venire il dubbio (vista l'acquiescenza generale)che le donne, in effetti, siano "veramente" quella roba lì!

    Stefano

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  15. Grazie, ottimo documentario!

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  16. Rispondo ad Anonimo che ha lasciato il post alle 12.44.
    Nel 1949 Simone De Beauvoir si chiedeva perchè le donne accettassero di essere considerate altro solo a partire dall'uomo, di vivere in una condizione di subordinazione. Ai giorni nostri, con gli strumenti di cui disponiamo e con l'esempio delle donne che hanno sfidato pregiudizi radicati e hanno lottato per rendere possibile l'emancipazione, la liberazione e l'affermazione del soggetto femminile, sembra poco costruttivo lamentarsi degli ostacoli che si pongono davanti a noi. è vero il tempo è poco, la pressione sociale esiste e l'ignoranza è dilagante, è per questo che donne che hanno il privilegio di poter osservare criticamente la realtà devono sollevarsi anche per le donne che sono schiacciate sull'esistenza materiale, devono divulgare informazioni, aprire e far aprire gli occhi sulle numerose minacce all'autodeterminazione, alla dignità e al rispetto della donna.
    Grazie,
    Carla

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  17. secondo me l'uomo ha sempre desiderato solo le donne belle e giovani. Negli ultimi anni il mercato ha sfruttato questa situazione, amplificando e diffondendo il modello femminile agognato dall'uomo. Di conseguenza, questo modello, essendo divulgato capillarmente attraverso i media, ha favorito l'omologazione della donna. Tutte, o comunque molte, cercano disperatamente di soddisfare i canoni estetici propugnati dalla tv. Come biasimarle quando sento i commenti che i miei amici "maschi" fanno sulle donne? Sembrano attratti tutti solo dallo stesso tipo di donna. Se una donna decide di fregarsene rischia di essere costretta a rinunciare all'amore. Insomma, secondo me i veri colpevoli sono gli uomini, che con i loro discorsi e comportamenti ci costringono a temere la vecchiaia e le imperfezioni. Infatti se è molto "facile" che una donna si innamori di un uomo brutto, "maturo"(anagraficamente), simpatico e intelligente, non è altrettanto probabile il contrario.

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  18. ci stanno rubando l'anima e cio' che è peggio che noi donne, spesso, siamo spettatrici consensienti e compiaciute....
    ho mandato il link a tutte le mie amiche...
    tks

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  19. se facessi un filmato su una discarica dicendo che è mondezza, sarei abbastanza banale. Ho visto un pezzo del filmato, ma ho visto solo trasmissioni che non guardo mai, perché dovrei farlo attraverso un blog? Non è meglio mostrare come stanno le donne davvero, quelle vere e non quelle finte? Oppure una donna per esistere deve passare per la tv?

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  20. all'ultimo commento:per poter comprendere bisogna osservare, capire e dialogare...io ti consiglio di continuare nella visione del documentario, ne vale la pena!

    il solo fatto che un post su un blog faccia discutere cosí tante menti é rassicurante.
    Dopotutto, Italia, puoi ancora sperare :)

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  21. Per carla:
    sono d'accordo con lei:noi donne abbiamo il dovere di reagire e promuovere un modello alternativo.come ho già detto io nel mio piccolo cerco di ribellarmi:certo,sono fortunata perchè sono nata in una famiglia che mi ha sempre aperto gli occhi sul mondo vero,e sono doppiamente fortunata perchè il mio compagno è un uomo che pur apprezzando la bellezza femmnile soffre insieme a me quando vede la ragazza alla fine del documentario farsi marchiare le natiche come un prosciutto! carla lei ha ragione quando dice che è un dovere divulgare queste immagini,fosse per me le proietterei in tutte le scuole per aiutare le giovanissime e i giovanissimi a capire che in questo gioco umiliante si perde la cosa più preziosa che abbiamo:la nostra dignità di esseri umani. laura

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  22. Ho visto il documentario.
    Sconvolgente e illuminante.
    Grazie.

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  23. Credo sia utile far vedere questo attento lavoro a tutti i ragazzi,perchè ci stiamo dimenticando che non solo la generazione femminile subisce questo schiacciante modello culturale,ma anche gli uomini, i ragazzi che incosciamente sono sempre piu' convinti di poterci trattare cosi',come sono educati dalla loro mamma tv,dalle tristi convenzioni che gli insegna,perpetuando l'idea della mortificazione della naturalità e della personalità femminile.

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  24. Questi modelli culturali deformanti hanno portato ad una perdita del rispetto e della fiducia sia nelle donne stesse che di rimando ai uomini, felici di non aver mai modificato la loro posizione di supremazia.Le veline al governo possono solo essere una conferma per loro ed un'ennesima umiliazione per noi..Possiamo osservare per starda tutti i giorni i frutti di tale educazione,io per prima che ho 26anni,non mi metto in mostra e non mi assogetto alla moda questo fa' di me una femminista fredda o un"Uomo"..perchè"poco femminile"o "perchè penso da uomo"..questo si deve sentir dire una ragazza che come me non vuole essere giudicata in base alle sue forme..la radice sta' nell'idea malata che ad una vera donna piaccia farsi guardare,godere dei pensieri volgari di uomini affamati,io non ci sto!!Orgoglio e carattere innanzi tutto!che ne pensate?
    Ciao da Giorgia.

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  25. Sarò ingenua, sarò poco informata...ma penso che un buon attacco in contropiede consista nel liberarci da vecchi termini, tra cui anche "femminista". L'Italia è un paese di memoria così corta che non vale la pena riferirsi a cose passate perchè è più forte la strumentalizzazione già avvenuta, di questo termine per esempio, rispetto alla volontà di documentarsi. Allora tanto vale ricominciare da capo, opporsi a questi modelli, a questo sistema, non in quanto femministe, ma in quanto donne ed in quanto uomini desiderosi di una identità propria.

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  26. xzzzara

    ma che c'è di male nel termine femminismo? puzza x caso?

    Se vuoi eliminare la parola femminismo inizia a liberarti della parola maschilismo, quella no!, seppur dannosa continua sempre ad aleggiare fiera.

    Che antifemminismo dilagante,ragazzi! Ora capisco perchè ci lasciamo trattare così in tv senza un briciolo di orgoglio e senza protestare..xke molte hanno paura di essere chiamate femministe!

    Povera italia

    :(

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  27. Ho assistito al documentario, sono rimasto pietrificato. Anche per me la prima domanda che mi sono posto è stata perché le donne non si ribellino a tutto ciò. Poi ho riflettuto ed ho risposto a me stesso che siamo ad un punto per cui le nostre menti, i nostri modelli di riferimento sono plasmati e controllati da altri, per cui siamo propensi ad accettare il degrado dellacultura cui assistiamo.

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  28. bellissimo documentario, grazie. e i miei complimenti non sono scontati, dato che io non ho mai apprezzato le tematizzazioni per genere. ma è fin troppo evidente che è soprattutto attraverso il corpo della donna che la televisione opera la sua mercificazione del reale: non ho molto da obiettare su questo.

    mi interessa tuttavia notare una cosa. "quello che noi presumiamo essere lo sguardo maschile". se il corpo della donna ha subito una stereotipazione odiosa, l'ha subita anche lo sguardo maschile, l'idea stessa di maschio. e se la donna che non vuole conformarsi, nel corpo o nella mente, a quegli stereotipi si sente esclusa da qualcosa che neanche lei sa descrivere, così accade anche agli uomini che si trovano davanti troppo spesso donne che entrano in relazione con loro presumendo di ricevere uno sguardo che molti di loro non possono e non vogliono dare. non perché non siano abbastanza "maschi", ma perché non sono abbastanza stupidi... io mi sono sentito sovente offeso dalla presunzione delle donne nei miei confronti. la presunzione che io debba necessariamente entrare in relazione con l'immagine che hanno faticosamente costruito. e nessuna pensa che io sarei il primo a non voler avere niente a che fare con queste modellizzazioni, perché non ho mai investito tutta l'energia che hanno investito altre donne per assicurarsi l'attenzione di un uomo che non sono io, che forse esiste solo nella loro testa.
    La settimana scorsa uscendo da un bagno ho captato un frammento di conversazione tra tre donne che si truccavano davanti allo specchio: "non ci sono uomini", era un pezzo di frase oltreché il succo del discorso. non ci sono gli uomini per i quali vi state truccando con questa ferocia, avrei voluto interloquire. cioé ci sono uomini veri, che voi non vedete.

    le donne maltrattate, umiliate da questa televisione inguardabile hanno tutta la mia solidarietà. ma anch'io sono danneggiato dall'invasione di questi modelli nella società. anch'io sono segregato, umiliato. anch'io sono pensato esclusivamente come un fascio di ormoni che deve, necessariamente, reagire in un solo modo alla grande spettacolarizzazione del corpo femminile.

    anch'io vorrei ribellarmi.

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  29. x giancarlo: mia figlia bianca - 8 anni - guardndo il video con me e la nonna, alla domnda di mia mamma:"ma perchè lo fanno?" ha risposto:"sono gli uomini che gli danno tanti soldi,più soldi danno più loro si sentono libere..si liberano ..!E loro gliene danno sempre di più!"
    ecco,ho pensato, ha già fatto il collegamento...

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  30. Le femministe non sono finite negli anni 70, ci sono ragazze giovanissime che hanno introiettato questi valori. (Io ho 25 anni ma 10 anni fa la pensavo già come te). Peccato che siano incomprese e che invece la maggior parte delle persone abbia introiettato invece il "valore" del corpo perfetto, evidentemente a causa del lavaggio del cervello da parte dei media.
    Tocca a noi educare correttamente i nostri figli, è l'unica speranza.

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