Ho cercato di immaginare i volti, le espressioni dei dipendenti Rai quando la Bonino ha comunicato loro di voler restare negli studi e di occuparli da “non violenta gandhiana”: alcuni immagino saranno stati contrariati, altri avranno gioito, immagino nascostamente, nel vederla ergersi a difesa di un diritto che loro stessi avrebbero forse voluto tutelare.
Cosa pensano le donne che lavorano in Rai?
Cosa pensano le donne che lavorano in Mediaset?
Mi piacerebbe iniziare un dialogo con loro.
Penso alle autrici di molti programmi di intrattenimento che prevedono l’utilizzo di figure femminili di contorno, le grechine. So che molte figure decisive per la selezione di veline e schedine sono donne. Ho visto tra le decine di ore di tv selezionate, donne presentatrici di potere, rivolgersi senza rispetto a donne vallette più giovani.
Perché succede?
Immagino però anche autrici di programmi interessanti, giornaliste motivate e show girls con esperienza e talento, vivere con imbarazzo e presumo malessere all’interno di aziende che così poco rispetto dimostrano verso di loro e le loro simili.
E cosa pensano i loro colleghi uomini? Che sguardo corre tra di loro e le loro colleghe, quando dal monitor alle 4 del pomeriggio della domenica, osservano una donna matura che infila una ragazza procace sotto una doccia? O quando fanno la regia di una trasmissione alle 7 di sera, e inquadrano insistentemente, seni e cosce?
E noi qui fuori cosa possiamo fare? Di cosa avreste bisogno per iniziare a dire che no... quel pezzo con la ragazza sotto il tavolo non lo volete montare… che non volete più chiedere di mostrare il lato b a delle minorenni che fanno la coda la fuori da ore per un posto da valletta, che no, la logica del corpo anche per chi fa informazione non la volete accettare.
E’ importante.
Vogliamo parlarne?
Ciao Lorella,
RispondiEliminaprima di tutto ti faccio i complimenti: ho apprezzato molto il tuo documentario e il tuo blog.
Volevo segnalarti un articolo che mi pare interessante, che si occupa proprio del tema della mercificazione del corpo delle donne in tv e che cita espressamente il tuo lavoro.
Non riesco a copiarti l'indirizzo, comunque è un post dell'8 giugno di teleipnosi.blogosfere.it. Ciao, Fede.
per rispondere alle tue domande
RispondiEliminadi Cosa pensano le donne che lavorano in Rai?
Cosa pensano le donne che lavorano in Mediaset?
Mi piacerebbe iniziare un dialogo con loro.
prova a conttarle via email o nei loro fans club o gruppi di discussione a loro dedicate cioè usa le stesse armi del nemico che vuoi battere , e pensare (ovviamente senza farti condizionare come loro )
Penso alle autrici di molti programmi di intrattenimento che prevedono l’utilizzo di figure femminili di contorno, le grechine. So che molte figure decisive per la selezione di veline e schedine sono donne. Ho visto tra le decine di ore di tv selezionate, donne presentatrici di potere, rivolgersi senza rispetto a donne vallette più giovani.
è il potere , ti da gavetta hai subito lo stesso trattamento , una volta che sei salita di ruolo ti comporti come loro con quelli\e che sono ciò che tu eri prima
Immagino però anche autrici di programmi interessanti, giornaliste motivate e show girls con esperienza e talento, vivere con imbarazzo e presumo malessere all’interno di aziende che così poco rispetto dimostrano verso di loro e le loro simili.
già , ma hanno paura di finire fuori sistema e quindi mobizzate
E cosa pensano i loro colleghi uomini? Che sguardo corre tra di loro e le loro colleghe, quando dal monitor alle 4 del pomeriggio della domenica, osservano una donna matura che infila una ragazza procace sotto una doccia? O quando fanno la regia di una trasmissione alle 7 di sera, e inquadrano insistentemente, seni e cosce?
se non sono imbevuti di cultura maschilista e sessuobofica ( da mandrillo arrappato come la chiamo io ) o si 'opongono oppure ubidir tacendo perchè hanno le stesse paure delle donnemenzionate da te prima che non hanno venduto la loro dignità e il loro corpo per un posto di prestigio \ potere
E noi qui fuori cosa possiamo fare?
cambiare canale , spegnere la tv , facerla piombare , . Cosi viusto che siamo in una tv governata dall'auditel vedendo un calo di utenti cancelleranno certi programmi o quanto meno riduranno la quantita di ( mi si scusi la volgarità ) di tette e culi e trateranno meglio le donne . dimostrare come dice la guzzanti nelkla canzone lala mia patria di non essere più solo sciocchi teleutenti e dev'avere neuroni nelle nostre menti che parole vogliono diventare . anche a costo d'essere considerati snob o pazzi . E se si è fra le famiglie campione dell'auditel non lasciare acesso la tv su progerammi demenziali , altrimenti viene calcolata come numero
Di cosa avreste bisogno per iniziare a dire che no...
che mettessero film , serie tv anche vecchie ad orari decenti e non di notte , che ci siano nel varietà e non solo gente nuova e non sempre i soliti . che la tv ( ma questa ormai è una utopia , non ci si è riuciti in 50 ) sa sganciata dai partiti e dai conflitti d'interesse politico . Una tv fatta dal basso come pandora tv e simili
Ho appena visto il documentario;ho trovato efficace il contrasto,doloroso,tra le parole e le immagini,plastiche e orribili.
RispondiEliminaIl vero problema è che oggi la realtà viene veicolata dai media.
In primis la tivù,che propone alla massa una feroce imitazione della vita.
Lo scenario è Debordante,nel senso de "La società dello spettacolo".
Il corpo della donna è l'oggetto migliore per questo tipo di esperimento:per dirla con le loro parole è il target perfetto.
Non riuscendo a far vivere il consumatore(o consumattore..)24 ore al dì in un supermercato,si è riusciti a far entrare il supermercato stesso nella MENTE delle persone.
Non oso immaginare quali aberrazioni potrebbe proporre il futuro...
Un saluto,
Simone www.enomisossab.com
Finalmente un virus in questo sistema assurdo. artefatto. tutto ciò è spaventoso. e soprattutto riesce a "tenere a bada" molte persone. far credere loro che va tutto bene, che il paese sta bene, non c'è motivo di preoccuparci, che possiamo tranquillamente indebitarci, giocare tutto quello che abbiamo, fare un mutuo per rifarci il seno, per essere come loro...non va bene niente invece e questa continua umiliazione del corpo femminile ormai è diventata inaccettabile.
RispondiEliminaChe la gente istruita e critica e gia’ sensibile all’argomento (che suppongo rappresenti la maggior parte dei lettori di questo blog) smetta di guardare la televisione credo sia proprio l’opposto rispetto a quello che il documentario vuole ottenere.
RispondiEliminaNon e’ il momento della teorizzazione ma della pratica: c’e’ bisogno di un movimento influente che riesca a stabilire un dialogo con chi pensa alla programmazione televisiva o struttura le campagne marketing.
Evidentemente non esiste ancora un gruppo di pressione che metta in difficolta’ i soggetti sopracitati, e l’azione dei singoli non e’ efficace.
Bisogna mirare a sensibilizzare non chi e’ gia’ d’accordo con tutti i concetti espressi, ma proprio con quel grande pubblico che accetta i modelli proposti dagli studi televisivi e vi si riconosce e identifica.
Insegnare alle bambine, alle ragazze e alle donne che e’ un loro diritto desiderare di piu’.
Roberta
Siccome il tallone d'achille della nostra società è il portafoglio, si potrebbe cominciare a colpire lì dove duole.Quindi non comprare prodotti che per pubblicizzarsi usano le donne in modo inutilmente provocante o "scemo" (tipo casalinga pettinata, profumata ed in tacchi a spillo che ENTUSIASTA lava il pavimento). Non comprare prodotti e servizi che affollano gli spazi pubblicitari dei programmi che maggiormante usano il corpo femminile. La maggior parte delle cansumatrici sono tuttora donne.. dipende anche da noi.
RispondiEliminaPiccoli gesti... ma i saggi insegnavano che a volte una frana inizia da un sassolino.
sono contenta che ci siano persone come te che hanno la forza e la capacità di parlarne..grazie..
RispondiEliminaSono contenta di aver trovato questo sito, e di aver visto il bellissimo documentario..cercherò di farlo vedere a più gente possibile, dato che faccio sempre una testa così a tutti sul fatto che mi sento spesso umiliata come donna in mille modi diversi,dalla tv alle pubblicità sui giornali, e sembra che nessuno mi capisca, anzi mi danno spesso dell'invidiosa. Spero che gli uomini guardando il vostro documentario capiscano perchè io, e non credo di essere la sola, mi rifiuto di guardare certi programmi tv, mi rifiuto di adeguarmi ad uno standard di donna sexy e artefatta che non mi lascia nemmeno la libertà di essere me stessa.
RispondiEliminaGrazie!
Cara Lorella,
RispondiEliminaanzitutto complimenti per il documentario, sono una massmediologa, pertanto non posso che apprezzare il tuo lavoro. Tengo da dodici anni una rubrica di analisi e decodifica del linguaggio pubblicitario, sulla rivista di cinema Duellanti, che osserva la pubblicità, in particolare la cartellonistica, un po’ con lo sguardo che tu hai dedicato al corpo femminile. Ma ho anche avuto qualche esperienza nelle redazioni dei programmi tv, da cui sono fuggita inorridita. La decadenza e l’alienazione di ciò che si vede è l’esatto rispecchiamento delle logiche produttive in azione dietro le quinte.
Nel documentario e nel blog poni domande, alle quali mi vengono spontanee alcune risposte, proprio perché abituata ad analizzare il linguaggio mediatico da un certo punto di vista, ossia in particolare nel suo significato simbolico, che poi è ciò che agisce a livello più profondo sulle persone che la tv la fanno e su quelle che la guardano. Senza scendere in un’analisi scientificamente accurata, per la quale non è questa la sede, mi permetto di porgere alcune riflessioni che vogliono essere suggerimenti per un approfondimento della ricerca in questa direzione. Anzi se dovesse interessarti, ti dichiaro fin d’ora la mia disponibilità a collaborare.
Queto filmato con il suo illuminante commento , è come una voce liberatoria che si leva dall'appiattimento più devastante delle nostre coscenze.
RispondiEliminaDove è andato a finire il femminismo? inteso come consapevolezza del proprio sesso e nello stesso tempo riconoscimento della possibilità in qualità di essere umano di crearsi uno spazio i cui canoni non si basano solo su fatti estetici o comunque legati alla visione più mercenaria del sesso? Che differenza fà vendere il proprio corpo per strada o venderlo in tv?
Il documentario ci mostra che l'immoralità ha tanti volti.
E' immorale trattare il genere femminile come cose e non persone e,ma lo è altrettanto prestarsi a questo trattamento.
Altro argomento è quello di etica ed estetica, dove finisce l'uno e inizia l'altro .Cioè può esserci estetica senza etica? Ancora, quali valori stiamo trasmettendo ai nostri figli e quali conseguenze avrà questo nostro comportamento che grazie ai mezzi di comunicazione di massa entra in ogni casa e nessuno è immune dal condizionamento che ci creano .Anche chi ha una coscienza critica che recepisce e capisce questi discorsi è comunque permeato delle informazioni e dalla visione distorta dei rapporti tra esseri umani e da un continuo ribaltamento dei valori della vita.
Non bisogna essere,ma apparire.Anche donne di potere come Condolisa Rice o Angela Merkel o il presiden dell'Argentina Kirschner e altre ancora sono state giudicate prima dal loro aspetto estetico poi per quello che dicevano. Hanno dovuto controllare il loro modo di presentarsi per non compromettere il messaggio che avevano da trasmettere. Non troppo autoritario , nè troppo remissivo, non troppo appariscente, nè troppo dimesso. Anche in questo caso le altre donne sono state più critiche degli uomini.Che fatica!!
Argomenti su cui discutere ce ne sono molti.Discutiamone e soprattutto agiamo!
Mi sono sempre chiesta che persone sono le ragazze che partecipano a "uomini e donne". Cosa pensano? Sanno, profondamente, quello che fanno, che dicono? Ma soprattuto Maria De Filippi che la tv la fa, è solo un genio del male o non si rende conto delle distruttività dei suoi format?
RispondiEliminaInsomma, ci fanno o ci sono?
Quando discuto con mia madre di questi argomenti, lei alla fine della chiacchierata ha detto una frase che mi è rimasta impressa:
"vanno tutti in televisione, solo per farsi vedere, per vantarsi di essere famosi dicendo 'io sono andato in televisione', con aria di superiorità. Non interessa (a questa gente) come appare, se stupida, se un'oca giuliva, mezza nuda o una comparsina insulsa, l'importante è stare davanti alla telecamera".
Che sia vero? Ergo, non pensano. Queste grechine delle tv, non pensano alla loro condizione, l'importante è apparire indipendentemente dall'essere. Che sia proprio così?
Ottimo documentario, e ribadisco, perchè le donne non deciiamo di reagire? nn c'è fore limite alla degradazione di noi stesse???tutto il lavoro fatto per non essere considerate altro che oggetti (prima, da tenere in casa; oggi, da esibire) domande cui penso non si possa rispondere, o se è possibile farlo,le risposte resteranno vaganti finchè qualcuna di quelle "donne della tv" decida di ricordarsi che esser donne vuolre molto di più che essere "belle" e che la bellezza è sempre soggeiva e passeggera, ciò che rimane è il come si è dentro, il cosa siè fatto per se stessi e per gli altri!!!
RispondiEliminaRicordo la hunzicher qualche anno fa prima che spegnessi la tele che senza ritegno sfotteva le veline le chiamava oche ecc...non capisco xke la tv debba prouovere un immagine femminile contro l altre donne.
RispondiEliminaLe donne in tv non fanno altro che sfruttare il loro essere "bone" ricavandone denaro, lo fanno liberamente e sinceramente per quanto i programmi in cui generalmente appaiono mi facciano schifo non lo trovo affatto offensivo.
RispondiEliminaIn fondo sfruttano delle "qualità" (estetiche) per lavorare ed essere economicamente indipendenti.
Si sa che la tv è volgare ed ha come unico scopo la vendita di spazi pubblicitari; proprio come si sa che quando si entra in un fast food ad attenderci ci saranno piatti dal sapore grossolano e standardizzato.
Le cose che umiliano e rendono subalterne le donne sono ben altre: la povertà, la mancanza di lavoro, di asili nido, di ammortizzatori sociali.
La povertà rende le donne schiave e prostitute!
x anonimo il documentario nn contesta la libertà delle donne di scosciarsi ma contesta la mancanza di un modello alternatvo e fa apparire le donne appunto tutte incapaci di essere economicamente indipendenti senza dover per forza sfruttare il corpo. Dai x scontato che una donna debba x forza spoliarsi x essere indipendente come se n ha altre quelità otre il corpo, come se nn valessimo.
RispondiEliminaAppunto, la mancanza di asili, la povertà femminile è dovuta alla mancanza culturale di valorizzare le donne al di la di un corpo. i governi nn fanno nulla anche xke a lungo andare ci vedono tutte veline (guarda berlusca che se la spassa cn loro) La prostituzione e la povertà sono una conseguenza di questa cultura che rende subalterna la donna e la discrimina.
Sì è vero modelli femminili alternativi latitano nella tv italiana, però non mancano le eccezioni.
RispondiEliminaMi vengono in mente Luciana Littizzetto o Silvana Gabbanelli...il problema è che la tv in genere è volgare e grezza...potrei applicare lo stesso discorso ai boys di Raffaella Carrà o ai tronisti palestrati di Maria de Filippi, anche loro si prestano ad una mercificazione dei corpi ed offrono un'estetica appiattita a modelli standardizzati.
Nel doc ad un certo punto si fa riferimento a labbra gonfiate e rughe stirate, sacrifici che non vengono richiesti agli uomini....Beh, non è affatto vero...anke Emilio fede è pietosamente stirato ed anche il Berlusca è strarifatto (è il primo dei rifatti!)e la lista degli uomini passati sotto il bisturi del chirurgo estetico è molto lunga.
Applicando questo ragionamento se si condannano le showgirls per le loro tette siliconate...allora anche noi donne "comuni" nel nostro piccolo non dovremmo usare tutte quelle accortezze che ci rendono esteticamente più vicine al modello femminile comune.
Ma quante sono (anche tra le femministe più agguerrite) coloro che girano con il ciuffo di peli lungo sotto le ascelle o coloro che rinunciano a depilarsi le gambe o darsi una mano di mascara prima di un appuntamento galante?
è solo una questione di limiti? truccarsi va bene, siliconarsi è troppo?
Ripeto, secondo me la vera discriminazione per le donne è quella sociale ed economica!
Rendiamo le donne economicamente e socialmente indipendenti e poi del loro corpo facciano quello che vogliono!
P.S. sono una donna (femminista)
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RispondiElimina@anonimo femminista
RispondiEliminanon ho mai sentito tanto parlare della Gabbanelli come da quando scrivo il blog! La Gabbanelli è una, cara anonima femminista, con la Litizzetto fa 2 casi, ci metterei un altro paio di donne, diciamo 4? a fronte di migliaia di soubrette che monopolizzano il video e non rappresentano la varietà della società italiana. Per un Fede e un Berlusconi che sono intervenuti sui loro volti, ci sono decine di uomini che appaiono in tv con il loro aspetto, non in mutande e non con protesi che è obbligatoria dopo i 40 anni per le donne dello show business.
Tra depilarsi le ascelle, truccarsi e applicarsi una protesi con intervento chirurgico a mio avviso c'è molta differenza. Ritorno poi a dire e a ripetere che non è un problema di scelta individuale. E' mia profonda convinzione che ognuno debba essere libero di intervenire come vuole sul proprio corpo. Il documentario è stato scritto per denunciare l'uso dell'imagine manipolata della donna in tv. La tv, ricordiamolo è per molti l'unico strumento di informazione quindi per molte donne e giovanissime rappresenta un modello da seguire.
Non sono poi d'accordo che la vera discriminazione sia quella economica: mi pare così di sminuire il ruolo delle donne nella società, pur riconoscendone l'importanza. Sono d'accordo sulla discriminazione sociale a danno delle donne: discriminazione che è particolarmente forte nelle immagine che di noi viene data in tv.
Per finire ricordo che l'Italia è stato giudicato dal Censis! paese "in resistenza" per quanto riguarda l'adozione di serie misure antidiscriminatorie nei confronti delle donne.
Cosa pensano le donne che fanno tv?
RispondiEliminaLa tua domanda mi ha fatto venire in mente il libro di Ariel Levy “sporche donne femministe”, in uno dei capitoli affronta proprio questo tema: come possono donne preparate e magari di estrazione femminista produrre e realizzare spettacoli “rauch?!” Lei riassume così l’atteggiamento di alcune di loro:
“C’è una minaccia assai peggiore dell’essere mercificata: non essere aggiornata. Se sei troppo indaffarata, o troppo in là con gli anni, o troppo sgraziata per venderti come uno Stradivari, potresti almeno apprezzare gli sforzi conseguiti dalle altre donne (…). Se credi ancora nel valore (clamorosamente superato) che giudicare una donna solo in base alla sua scopabilità sia, se non proprio offensivo e degradante, quanto meno poco umano, e se ti aggrappi la speranza (ampiamente tradita) che un piacere sessuale più intenso e più soddisfacente potrebbe derivare non da quella roba di sesso, ma da una rivalutazione delle vecchie teorie, allora, cara signora, sei proprio rimasta alla Preistoria (e faresti bene a trovare una soluzione, ma in fretta).” Alludendo poi ad una potente produttrice tv americana (una delle poche in effetti) commenta: “ Per mantenere la sua posizione, deve apparire doppiamente aggressiva, spavalda e certa delle sue scelte. Deve ballare come Fred Astaire, ma all’indietro, e sui tacchi.”
Insomma, per non rimanere indietro spesso eccedono e superano i maestri. Ma non credo siano tutte così. Molte, semplicemente, si adattano, perché il ruolo e il potere che hanno non è tale da consentire loro di cambiare la grammatica del linguaggio boccaccesco tv. Lucia
salve a tutti, sono una ragazza svizzera, ho guardato il vostro documentario e letto tutte le discussioni del blog. Che dire? Che finalmente qualcuno si muove per dare un quadro di quello che realmene avviene e non in un modo da femministe sfegatate bensi in modo intelligente in cui si parla di individui.
RispondiEliminaSono anni ormai che non guardo piu la televisione italiana in quanto la ritengo offensiva per l'essere femminile in un modo terrorizzante. E mi sono sempre stupita del come mai nessuna donna che avesse il potere di parola in italia, che avesse accesso ai media quindi ad un sistema divulgativo diretto abbia mai fatto una sana e costruttiva critica dei messaggi e le immagini che costantemente bombardano tutti gli utenti. Leggo ed intervengo spesso in un forum che si chiama al femminile, c'é una sezione psicologia e rapporti in cui ho postato il vostro link stamattina, ma credo sia una causa persa fintanto che le donne stesse non si sensibilizzano su quello che hanno davanti.
complimenti!
Ciao, io sono francese, vivo da 6 anni in italia. Concordo con la ragazza svizzera intervenuta prima: complimenti per il lavoro !
RispondiEliminaE’ giusto indignarsi. Non è per niente normale ne giusto come viene trattata la donna in televisione in Italia e nelle pubblicità. E’ un messaggio pericoloso per le nostre figlie. Anche se non si guarda la tv è vero che il modello si diffonde in tutta la società e nel mondo del lavoro. La società ne è pervasa. A vivere per un po’ in Italia, ci si abitua, non si vedono più certe cose, poi sono le amiche in visita che ti dicono : “ma le associazioni femministe non dicono niente ?”.
Per fare qualche cosa posso tradurre lo script del documentario in francese. Mi piacerebbe che ci fosse la versione fr per diffonderlo anche in patria.
Ancora complimenti per il lavoro e non mollare !
@anonimo francese
RispondiEliminaciao, saremmo felici di poter fare una versione francese. Scrivimi alla mail che trovi nel profilo, e grazie!
A Lorella volevo chiedere a lei che è un'esperta : esiste in Italia qualcosa come il CSA Conseil Superieur de l'Audiovisuel che c'è in Francia?http://www.csa.fr/
RispondiElimina@Flavia
RispondiEliminaIn Italia esiste l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM, http://www.agcom.it/Default.aspx) che rispetto al CSA francese ha alcune funzioni simili ed altre più estese di regolazione del mercato delle comunicazioni (non solo audiovisivo) e tutela dei consumatori. Ma a differenza di quello francese non è del tutto indipendente in quanto i suoi membri sono si nominati dal Presidente della Repubblica, ma in base a scelte fatte da Camera, Senato e Presidente del Consiglio.
Cara Lorella,
RispondiEliminaho scoperto questo documentario per puro caso e sento doveroso il mio ringraziamento per la coraggiosa scelta di questa iniziativa.
Sono una donna di 23 anni,e oramai è circa un anno che mi rifiuto categoricamente di accendere il televisore.
Quelle immagini,quei programmi televisivi,le pubblicità,hanno offeso per molto tempo la mia sensibilità di donna e di persona intelligente, rifiutare che quelle oscenità invadessero il mio quotidiano con un semplice click è stata la decisione più naturale.
Questo problema è stato oggetto di molte discussioni con i miei amici e soprattutto con le mie amiche,alcune si sono unite nella mia protesta passiva di non guardare la tv,altre meno ma ad ogni modo se ne discute e questo va bene.Mettere in discussione qualcosa che fino ad ora è stato dato per scontato è l'inizio,mi son detta.
Poi ora incontro questo blog,e trovo tra queste righe tanta forza e volontà di cambiare,leggo e prendo consapevolezza dell'esitenza di persone come te che hanno voglia di lottare,scopro che le donne che ti leggono sono altrettanto forti e presenti.
E' stupendo.
Come donna hai il mio appoggio completo e sincero,brava Lorella,non mollare.
Non molliamo.
Nadia
Eccomi all'appello, regista per la tv per 10 anni.
RispondiEliminaSono stata circondata da donne che posso suddividere in tre categorie: donne artista, donne veline e donne uomini dentro.
Le donne artista non fanno testo, vivono altrove, al di sopra di noi comuni mortali, dotate di una magia intangibile che le rende esseri speciali e le porta a galleggiare nel regno dell'emozione.
Le donne velina, che arrivano a sformare i tratti del viso rifacedosi il naso gia' striminzito, perche' la tv allarga e ingrandisce cio' che sta piu' vicino alla telecamera (la caratteristica intrinseca delle lenti e del monitor piatto), alcune di loro dal vivo assomigliano a dei porcellini.
Le donne "uomini dentro" che sono li, in un mondo di uomini, costruito dagli uomini che amano avere al fianco donne belle e giovani, con regole maschili, proprio perche' abilissime nel seguire tutte le regole del gioco. Quella che quando la segretaria chiese di uscire prima per andare a prendere il figlio malato al nido rispose che loro non fanno favoritismi solo perche' lei era madre.
Adoro fare tv,
amo stare sul set, lavorare con gli attori, con gli autori e i tecnici, per cercare di creare momenti unici
amo comunicare al mondo e per il mondo cose che altrimenti solo pochissime persone potrebbero vedere
emozionare mia madre che ancora oggi piange o ride vedendo la "sua" soap opera
realizzare un documentario per far conoscere al mondo i ragazzi del muretto del Kerala che al posto del Garelli hanno l'elefante parrocchiale
La tv e' un dono meraviglioso.
Gli uomini sono al potere li come in ogni altro luogo della terra, non hanno mica i figli da andare a prendere alle 15:45 al nido, loro.