lunedì 16 febbraio 2009

Campagna pubblicitaria dell'agenzia FP Friends per Relish

1 commento:

  1. Non c'è alcun moralismo in questa ricognizione sull'uso dei corpi delle donne nel'immaginario commerciale del mercato mediatico italiano. C'è la coscienza che l'immaginario, in una società che di immagini vive, costituisce il fondo della coscienza di ognuno, condizionando in modo non diretto e dilatato nel tempo i comportamenti. Non sosteniamo alcuna equazione immagine= azione, e così un'immagine di violenza non porta direttamente all'esercizio della violenza ma crea però le condizioni per cui comportamenti violenti non siano avvertiti come realmente pericolosi.
    E poi è importante il contesto: l'arte e la cronaca si possono permettere l'uso delle immagini di violenza per contrastarla, l'intrattenimento a scopo commerciale no perché le sue finalità sono altre e non può quindi chiarire il proprio messaggio a chi lo osserva.
    Queste foto non illustrano un prodotto, non creano un'emozione o una aspettativa, ma sono solo la scoppiazzatura di un immaginario violento che alberga egualmente nella pornografia quanto nella pubblicità. mancanza di idee e disprezzo della realtà.
    "Le masse moderne non credono alla realtà del mondo visibile (...) ma soltanto della propria immaginazione"
    Hanna Arendt, Le origini del totalitarismo
    Questa osservazione, che riguarda la vita politica, tocca il discorso sulle immagini perché queste oggi sono indissolubilmente legate alla lotta per il potere politico, sociale e culturale.

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